Assenteismo all'Asp e al Pugliese di Catanzaro: indagati e sospesi anche per 7 ore di assenza. Tutte le posizioni finite nel mirino degli inquirenti

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Un indagato di "Cartellino Rosso" mentre gioca alle slot machine
  24 aprile 2020 17:25

Di EDOARDO CORASANITI

Cinquantotto (58) avvisi di garanzia, quindici (15) sospensioni dal pubblico ufficio, 18mila euro in totale di sequestro per equivalente delle somme percepite (LEGGI QUI TUTTI GLI INDAGATI)

L’indagine “Cartellino Rosso” della Procura della Repubblica di Catanzaro e della Guardia di Finanza, che ha colpito dipendenti e dirigenti dell’Asp e dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, si gioca sulle contestazioni di reato e sui numeri fotografati nei quattro mesi di indagine che vanno dal dicembre 2016 ad aprile del 2017. I reati ipotizzati per il presunto assenteismo o allontanamento dal posto di lavoro (in alcuni casi tradotti con visite al fioraio, alle slot machine, al market), avallato dalla multipla strisciatura dei badge, sono truffa ai danni di un ente pubblico e fraudolenta attestazione della presenza in servizio. Imputazioni che ora potranno essere smontate dai legali degli indagati, che hanno 20 giorni di tempo per chiedere interrogatorio, per fornire nuovi elementi, per chiarire le proprie posizioni e per cercare di alleggerire il teorema accusatorio, in nome del principio per cui tutti gli indagati sono innocenti fino a sentenza definitiva e che le prove vanno dimostrato al processo.   

E se la responsabilità penale è personale, è altrettanto vero che gli episodi contestati sono oltre 2000 e l’ammontare delle ore, se frazionato per ogni indagato, a volta si restringe notevolmente. 

Come il caso di Giorgio Costantino (classe 1956), difeso dagli avvocati Vittoria Aversa e Francesco Rotundo, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio presso la direzione generale, finito nei guai per 12 ore di assenza dal lavoro e una presunta indebita percezione 138,29 euro. E se la Procura aveva chiesto una misura di limitazione della libertà personale come l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, il Gip l’ha ritenuta sproposita evidenziando come, per Costantino ma anche per il resto dei cautelati, fosse più adatta la sospensione dell’esercizio della funzione per la durata di 3 mesi.

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La mano pesante gli inquirenti avrebbero voluto applicarla anche a Giuseppe Folino Gallo 50 anni, di Falerna (Catanzaro), dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro: gli inquirenti propongono l’obbligo di presentazione alla Pg, il giudice delle indagini preliminari Carlo Paris ritiene più opportuno la sospensione dell’attività professionale per 3 mesi. La cifra a lui contestata è di 135,24 euro, per un totale di 9 ore di assenza da lavoro.

In fondo alla classifica invece c’è Antonio Aloi, 47 anni, di Borgia (Catanzaro), dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, ora difeso dall’avvocato Giuseppe Vetrano: la Procura individua 7 ore di assenza dal lavoro e chiede sempre l’obbligo di firma, per una presunta indebita percezione di 125,48 euro. La somma e l’assenza gli sono costati 3 mesi di sospensione dal servizio.

Il ragionamento lo conosce bene anche il Gip che ha applicato la misura cautelare e che riconosce come il numero delle ore e il lucro siano di poco conto, anche se evidenzia come, ad esempio, Aloi e Folino Gallo abbiano avuto un ruolo nella strisciatura dei badge di Carlo Nisticò, 61 anni, di Catanzaro, direttore responsabile della Struttura Complessa “Gestione Tecnico-Patrimoniale” dell’Asp di Catanzaro, sospeso per un anno e accusato di aver percepito impropriamente circa 2600 euro.

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Aloi, invece, è accostato alla strisciatura del badge di Vincenzo Mancuso, 53 anni, di Catanzaro, dipendente dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro,  sospeso per 6 mesi.

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Le posizioni di Costantino, Folino Gallo e Aloi spiccano al ribasso per le cifre che non raggiungono nemmeno quota 150 euro ma che allo stesso tempo li costringe a finire nel calderone di chi è stato sottoposto a sospensione dell’esercizio.

Nell’elenco dei 58 indagati ce ne sono anche 43 che non hanno ricevuto alcuna misura cautelare: anche per questi ultimi, in alcuni casi la somma delle ore non supera le 15 ore.

Come Vincenzo Ursini, dipendente Asp, difeso dall'avvocato Antonello Talerico, a cui viene contestato un danno erariale di 226,62 euro per sole 13 ore, 50 minuti e 52 secondi di uscite non giustificate. Talerico in queste ore sta presentando una richiesta all'Asp per verificare un aspetto che potrebbe rivelarsi cruciale: la data esatta da quando l'obbligatorietà del badge è stata attivata. Se la timbratura dovesse essere stata attivata dopo metà aprile del 2017, non sarebbe stato possibile registrare eventuali uscite urgenti anche di carattere personale. 


Stessa sorte per Ivan Mancuso,  dipendente Asp, difeso dal legale Valerio Murgano, finito nel registro degli indagati per circa 125 euro e 7 ore di assenza.

Poco al di sotto, Marcello Ferro, difeso dall’avvocato Saverio Loiero: 2560 euro di presunto ingiusto profitto per quasi 237 ore di assenza dal servizio.

Per Ferro la Procura aveva chiesto la misura cautelare del carcere: soluzione bocciata dal Gip, che ha ritenuto più congrua la sospensione dall’esercizio per un anno.

Indagati dell'Asp sono:

Carlo Nisticò, dirigente, a cui sono contestate 46 ore di assenza dal lavoro e 2600 euro di retribuzione non dovuta;

Sinopoli Francesco Salvatore: 98 euro, 1550 euro, un anno di sospensione;

Tomarchio Rosario: 28 ore,
440 euro, sei mesi di sospensione;

Mangiacasale Mario: 34 ore, 664 euro, sei mesi di sospensione;

Mazzioti Maurizo: 28 ore, 426,30 euro, sei mesi di sospensione;

Folino Gallo Giuseppe:  9 ore, 135,24 euro, 3 mesi di sospensione;

Aloi Antonio:
7 ore, 125, 48 euro, 3 mesi di sospensione;



Indagati dell'Ospedale Pugliese Ciaccio: 

Marcello Ferro:
237 ore di assenza dal servizio, 2560 euro, un anno di sospensione; 

Palaia Vitaliano:
47 ore di assenza, 660 euro, sei mesi di sospensione;

Ruggiero Alessandro: 177 ore di assenza, 1950 euro, sei mesi di sospensione;

Ciambrone Giuseppe (difeso dall'avvocato Giuseppe Risadelli): 62 ore di assenza, 950 euro, sei di mesi di sospensione;

Caruso Enrico: 66 ore di assenza, 647 euro, sei mesi di sospensione;

Raciti Giuseppe: 61 ore di assenza, 880 euro, sei mesi di sospensione;

Mancuso Vincenzo: 33 ore di assenza, 400 euro, sei mesi di sospensione;

Costantino Giorgio: 12 ore, di assenza 138,29 euro, 3 mesi di sospensione;

Lopez Carmine: 123 ore di assenza, per 1000 euro, a cui non è stata applicata alcuna misura cautelare in virtù del pensionamento maturato.








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