Coronavirus. "Domus Aurea", l'amministratore De Santis querela la presidente Santelli: "ll tenore delle dichiarazioni rese è falso e diffamatorio"

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images Coronavirus. "Domus Aurea", l'amministratore De Santis querela la presidente Santelli: "ll tenore delle dichiarazioni rese è falso e diffamatorio"
Domenico De Santis
  02 aprile 2020 21:55

Ha sporto denuncia  contro il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. L'ennesimo atto del "caso Chiaravalle", o meglio della casa di cura "contagiata" dal coronavirus, si consuma a suon di carte bollare.

Questa volta a scendere in campo è l'amministratore della Rsa "Domus Aurea" di Chiaravalle Centrale, Domenico De Santis. A lui, quelle dichiarazioni che il presidente Santelli ha diffuso il primo aprile attraverso un video messaggio non sono andate proprio giù (LEGGI QUI).   "Dichiarazioni non veritiere e gettando discredito sul buon nome della Struttura", spiega. 

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" Il tenore delle dichiarazioni rese è falso, diffamatorio oltre che intrinsecamente contraddittorio e foriero di ulteriori responsabilità penali in capo alla persona del Presidente Santelli ed in capo a chi, parte delle Amministrazioni, ha agito o avrebbe dovuto agire nella vicenda. In particolare, la governatrice, errando, numeri di pazienti trasferiti e soprattutto sulle tempistiche, millanta la predisposizione e l’invio di aiuti invece non predisposti né pervenuti. Ella afferma - si legge nella querela - falsamente che gli operatori del 118 avrebbero SEMPRE (gli avverbi scelti pesano come macigni in questa vicenda) assistito, assieme ai dipendenti risultati negativi al tampone, i degenti della Struttura".

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"Gli operatori del 118 non hanno assistito nessuno, ma hanno giustamente reso il proprio servizio: presa in carico del singolo paziente bisognoso di soccorso e suo trasporto in ospedale ove necessario, trattenendosi all’interno dei locali della “Domus” lo stretto necessario ed avendo a che fare con singoli pazienti. L’assistenza che si è data agli anziani, che secondo gli standard di chi scrive non può nemmeno lontanamente definirsi minima, è stata data – solo ed esclusivamente – dal personale rimasto via via in forza alla struttura. Si rammenta che al 25 marzo 2020 il numero dei dipendenti assunti alle dipendenze della Salus m.c. srl ammontava a 48 unità. Dopo il contagio e l’allontanamento anche di alcuni dipendenti negativi, il 28 marzo il numero delle persone materialmente disponibili per l’assistenza ai 60 anziani presenti (dopo i 6 trasferimenti della sera prima) si era ridotto a 13 unità totali per l’intero arco delle 24h. Dell’insufficienza delle risorse umane è stata resa edotta ogni Autorità, affinché ciascuno per le proprie competenze, adottasse provvedimenti. Lo stato emergenziale ed il contagio in atto permetteva al datore il “rimpiazzo” immediato del personale mancante. Ad oggi le risorse inviate a supporto constano di un infermiere e un singolo operatore socio sanitario".

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Per De Santis "i sanitari che, a dire della Governatrice, sarebbero stati mandati, non hanno svolto alcuna forma di assistenza medico-sanitaria. Solo il dott. Torti, resosi personalmente disponibile, ha fatto visita a tutti i malati senza poter, tuttavia, dare alcun tipo di supporto medico non essendo, suo malgrado, autorizzato a somministrare alcunché, né lo stesso era attrezzato per poter procedere ad accertamenti strumentali presso la RSA, richiedendosi attrezzature presenti solo in ambiente ospedaliero (come ben noto alla Regione e al Dipartimento della salute)".. 

E poi sulla fornitura dei "presunti pasti da parte della Regione Calabria, occorre specificare che tale aiuto non è stato mai richiesto NE’ E’ STATO FORNITO CIO’ IN QUANTO NON ERA NECESSARIO, in quanto la Struttura Domus Aurea ha fornito e forniva regolarmente i pasti, essendo presente all’interno della stessa anche il cuoco, garantendosi cosi i pasti  ai pazienti (E, POTRANNO ESSERE ESCUSSI I VARI TESTIMONI, tra cui il Sindaco di Chiaravalle Centrale che ha confermato detta circostanza in diretta Tv su Calabria Tv – programma condotto da Lino Polimeni). Ciò che è mancato è stato l’invio di personale a supporto, oltre che i tempestivi trasferimenti per evitare l’aggravarsi dello stato di salute dei pazienti, le cui condizioni salute già compromesse da altre patologie, rischiava di precipitare a causa dell’evolversi della affezione da Covid-19. È altresì mancata la fornitura di medicinali pur sperimentali per la terapia domiciliare. Al principio lo stadio della malattia non grave avrebbe probabilmente garantito esiti fausti".

"Il trasferimento il più immediato possibile degli ospiti è stato chiesto a gran voce dallo scrivente, pubblicamente sulle reti televisive di tutt’Italia, e giammai ostacolato. Si è talvolta chiesto il trasporto delle persone più gravi con precedenza rispetto a quelle della fantomatica lista data ai sanitari del 118, ritenendo in coscienza che fosse più necessario il trasporto immediato di pazienti già gravi. Di tale contestazione si è dato atto nella diretta televisiva dell’1 aprile 2020 sul canale “Calabriatv” nella trasmissione del Dott. Polimenti. Nella quale il denunciante ha pubblicamente chiesto di preferire il trasporto dei malati più bisognosi di cure e lo stesso si è fatto nella serata dello stesso giorno. Gli operatori del 118 non potranno che confermare quanto successo. Sicché il riferimento della Presidente Santelli a presunte schermaglie e presunti ostacoli alla ripartenza delle autoambulanze è falsa e gravemente diffamatoria. Si specifica, infatti, che non è stato necessario alcun intervento delle Forze dell’ordine collocata nei pressi".

Venendo poi alle declamate condizioni igienico-sanitarie della Struttura che avrebbero giustificato: l’allontanamento di alcuni dipendenti; la mancata osservanza delle linee guida e dei protocolli predisposti dal Ministero della Salute; nonché il citato provvedimento di sospensione, finalizzato alla revoca, dell’autorizzazione rilasciata alla Salus m.c. srl, con diffida ad effettuare nuovi ricoveri anche in regime privato De santis scrive "i militari del NAS, asseritamente inviati dalla Santelli, non hanno mai varcato la soglia della Struttura, ove lo avessero fatto, avrebbero dovuto redigere apposito verbale di sopralluogo, in ossequio a quanto impostogli dalla legge, consegnandone copia al titolare. Non è chiaro, quindi, a quali “condizioni della RSA fin dalla visita dei NAS” essa si riferisca, né in cosa constino tali condizioni definite PREOCCUPANTI".

Perché "se tale circostanza fosse vera, ovverossia che sin dal 25 marzo le condizioni igienico-sanitarie non fossero adeguate e consone ad una RSA, la sig.ra Santelli - precisa - avrebbe dovuto sgomberare immediatamente tutti, utilizzando ogni strumento consentitole dalla legge anche con l’ausilio di qualunque forza statale (Vigili del fuoco, 118, Carabinieri, esercito, Polizia di Stato, Protezione civile), dando priorità certamente ai soggetti più a rischio, poiché dotati di particolare vulnerabilità. Tutto ciò però non è avvenuto. Ciò che si è verificato, invece, consiste nell’allontanamento dei lavoratori positivi covid-19 presso la citata struttura di Catanzaro lido. Orbene sulla vicenda di tale trasferimento si è pubblicamente espresso il Sindaco di Chiaravalle Centrale, sig. Domenico Donato, il quale ha affermato in televisione di essersi adoperato, oltre le proprie competenze e scavalcando le istituzioni preposte, per ottenere il trasferimento suddetto".

E così sembrerebbe "chiara la non veridicità di quanto affermato nel contestato videomessaggio. Delle due l’una: o la struttura aveva le condizioni igienico-sanitarie idonee per la sicurezza e la salute di tutti o non le aveva per nessuno. Di conseguenza se i dipendenti – asintomatici, giovani e in buona salute – non potevano restare confinati tra le mura della “Domus Aurea” per mancanza di condizioni igieniche, a fortiori, non potevano rimanerci persone – anziane già affette da pluri-patologie, alcune non in grado di deambulare, né di nutrirsi autonomamente, altre ancora neppure in grado di comprendere ciò che avveniva attorno a sé a causa della propria forma di demenza più o meno grave. Queste persone, secondo la spiccata sensibilità ed acume della Presidente, avrebbero invece potuto e soprattutto dovuto rimanere in una RSA senza condizioni igienico-sanitarie.È evidente che ove tutto ciò fosse vero la Sig.ra Santelli dovrebbe rispondere dei più gravi reati di rifiuto o omissione di atti d’ufficio, perché ella non avrebbe adottato o non avrebbe richiesto l’adozione immediata dei provvedimenti di trasferimento dei pazienti, né avrebbe inviato o chiesto di inviare il personale necessario al ripristino delle condizioni igienico-sanitarie.Delle due l’una".

Non nega De Santis "che con il passare dei giorni e con la decimazione incolpevole   del personale -  si specifica che al 28 marzo su 48 dipendenti ne erano rimasti solo 13 per l’intera giornata poi scemati nel tempo -  le condizioni della struttura e dei pazienti non potessero essere garantiti a pieno. Proprio tali motivi hanno indotto lo scrivente ad allertare prontamente tutte le Autorità, nella vana illusione che esse avrebbero provveduto ad aiutare concretamente. Si hanno diverse conversazioni telefoniche registrate a supporto di quanto si sta affermando e diverse pec, mandate nei giorni successivi, allorquando si è compresa l’inutilità delle richieste di aiuto avanzate telefonicamente".

 "Dulcis in fundo, le stesse Autorità regionali, non in grado di assolvere ai loro compiti e doveri, hanno pensato bene di pubblicizzare l’avvio del procedimento di sospensione e revoca dell’autorizzazione rilasciata in favore alla Salus m.c. srl, senza neppure rispettare le procedure amministrative, giustificandolo proprio in virtù delle fantomatiche condizioni igienico-sanitarie assenti. Appare evidente che la paventata sospensione/revoca dell’autorizzazione e accreditamento istituzionale rappresenti una ingiusta ritorsione delle Autorità difronte alle pubbliche denunce del titolare della Salus. Si ritiene che tali provvedimenti siano finalizzati unicamente a piegare e mettere in ginocchio, dal punto di vista economico e reputazionale, un imprenditore che si è opposto al malcostume delle Autorità".

Ecco perché precisa che "nonostante la gravità delle “condizioni igienico-sanitarie” denunciata dalla Presidente, alle ore 14.40 del 2 aprile 2020 permanevano in Struttura ben 19 pazienti".

.E allora "si ricordi che piuttosto l’incapacita’ di gestire la vicenda dei pazienti della clinica Domus Aurea da parte della Regione Calabria e delle Autorita’ sanitarie competenti (dipartimento tutela della salute) ha trovato conferma nel fatto che dapprima era stato disposto (da parte del dipartimento della tutela della salute) il trasferimento presso l’ospedale civile di Lamezia terme (poi risultanto inidoneo, poiche’ privo financo del reparto di malattie infettive) e di poi bloccato per individuare altra soluzione, arrivata in ritardo di qualche giorno (cosi facendo aggravare le condizioni di salute dei pazienti). Tutto cio’ a dimostrazione della assoluta inadeguatezza ed impreparazione dimostrata da parte della regione calabria rispetto alla emergenza sanitaria denunciata dal titolare della Rsa di Chiaravalle centrale".

Senza dimenticare che "la struttura Domus Aurea, prima dell’adozione del provvedimento con il quale il dott. Belcastro (dirigente generale del dipartimento della salute) finalmente disponeva (solo in data 01.04.2020) il trasferimento dei pazienti, aveva diffidato per l’ennesima il presidente della regione calabria  ed il dipartimento della tutela della salute. Si precisa piuttosto che proprio in ragione della disorganizzazione ancora a tutt'oggi ci sono circa 18 pazienti ancora da trasferire, cio’ in quanto si sta procedendo al trasferimento con una sola ambulanza, anziche’ attrezzarsi con macchine che avrebbero potuto trasportare piu’ soggetti contemporaneamente, cosi da ampliare i tempi necessari per il trasferimento".

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