Droga e armi nel soveratese: "L'organizzazione aveva il monopolio dello spaccio"

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  24 giugno 2019 13:53

di EDOARDO CORASANITI

Un’organizzazione dedita al monopolio nel controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti nel soveratese.
E’ questo il biglietto da visita dell’associazione criminale che “questa mattina è stata decapitata” (Leggi la notizia), per dirla con le parole del procuratore aggiunto Vincenzo Luberto.
Sarebbe il controllo della droga la maggiore fonte di guadagno scoperta dalla procura e dei carabinier e che ha portato a 24 arresti e 12 fermi. Con aggravanti piuttosto inquietanti: la presenza di minorenni, utilizzati anche come spacciatori.
Per il procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, si tratta di “una giornata importante, frutto di un’indagine giovane che dura da un anno e che è già piena di riscontri oggettivi e inconfutabili. Una vera e propria indagine di serie A”.
Ai fermati vengono anche contestati diversi reati fine e aggravanti, dalle armi ai minorenni.
Gratteri si sofferma sulle caratteristiche genetiche dell’associazione, la riconducibilità alla famiglia Gallace di Guardavalle, già nota cosca leader del soveratese. “L’organizzazione era diramata nel Lazio, nella zona di Nettuno. E anche a Milano”, ha detto il procuratore durante la conferenza stampa dopo l’operazione.
Il valore aggiunto, in questo caso, è stato il coinvolgimento di tutte le stazioni della Compagnia di Soverato: “sono state il motore delle indagini, verificando cessioni e trasporto di droga”.
L’operazione, a cui hanno lavorato i sostituti procuratori Debora Rizza, Vito Valerio, Veronica Calcagno,   avrebbe portato alla luce “un’organizzazione che si stavano preparando per l’estate con una disponibilità di stupefacente al di sopra della media e dell’offerta”, ha incalzato Luberto.
“Dal provvedimento si evince la pericolosità delle persone fermate. Diversi di questi soggetti- ha detto il Comandante provinciale Giuseppe Carubia- avevano cercato più volte di eludere i controlli delle forze dell’ordine. Per il caso hanno lavorato circa 200 carabinieri, lo squadrone cacciatori, due unità cinofile.
Ulteriore valore aggiunto sono gli accertamenti patrimoniali che hanno consentito di emettere un decreto sequestro preventivo per un valore di 500 mila euro, così come anche 10 mila euro in contanti”.
Il capitano della Compagnia di Soverato, Gerardo De Sena, ha avuto un ruolo centrale nell’operazione di questa mattina: “Le indagini sono partite nel 2017 da un rinvenimento di droga apparentemente abbandonato nella periferia del soveratese.  L’operazione è stata denominata Last Generation per l’età anagrafica degli indagati ma che non deve ingannare perché gli stessi hanno dimostrato spregiudicatezza anche con violenza.  Gli indagati, che spesso operavano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, infatti, avevano minacciato ritorsioni contro i militari”.
Per il Colonnello Marco Pecci “l’organizzazione aveva la capacità di penetrare nel tessuto sociale. E’ un sistema che si autoalimenta. Fermare questi circuiti diventa importante anche per rimettere ordine e riportare serenità nel territorio, soprattutto in via dell’estate”.

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