"Farmabusiness". Tallini e il bacino elettorale nel Crotonese: ecco lo scambio voti-autorizzazioni (VIDEO)

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images "Farmabusiness". Tallini e il bacino elettorale nel Crotonese: ecco lo scambio voti-autorizzazioni (VIDEO)

  19 novembre 2020 13:57

Di EDOARDO CORASANITI

“Grazie a Tallini è stato possibile, da parte della cosca, ottenere delle facilitazioni con funzionari della Regione per ottenere le autorizzazioni. In cambio ci sono stati i voti". Parola di Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, durante la conferenza stampa di presentazione dei dettagli dell’operazione “Farmabusiness” che ha portato all’arresto di 19 persone (11 in carcere e 8 ai domiciliari). 

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Tra di loro c’è il presidente del consiglio regionale, Domenico Tallini, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso.



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Tallini, sempre secondo la Procura, avrebbe promesso e assicurato, in cambio del sostegno elettorale, la sua disponibilità nei confronti del sodalizio. Nel 2014 è assessore regionale al personale e per gli inquirenti si sarebbe interessato negli uffici ad accelerare l’iter di costituzione del Consorzio Farma Italia e della società Framaeko srl, attive nel settore della commercializzazione dei farmaci da banco. Società riconducibili ai Grande Aracri e che avrebbero distribuito farmaci in Calabria, Puglia ed Emilia Romagna.

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Le conclusioni a cui giunge il gip è che "la condotta serbata di Tallini dimostra una contiguità 'ndranghetistica che sfiora vera e propria intraneità”. 

Elementi certi che denoterebbero la vicinanza di Tallini all’imprenditore catanzarese Domenico Scozzafava (ora in carcere) sarebbero apprezzabili anche nel corso del 2018. Come nel 2017 era accertata l'attività di sostengo, proselitismo e pubblicità elettorale a Tallini da parte di Scozzafava e altre persone sconosciute del suo ambito relazionale. 

Scozzafava avrebbe vantato la possibilità di raccogliere numerosi voti per il partito di Tallini, candidato come capolista nel collegio uninominale di Catanzaro, soprattutto a Sellia. 

L'imprenditore avrebbe confermato l'appoggio a Tallini anche per le regionali del 2019 (poi svolte a gennaio del 2020). In una conversazione del 6 marzo 2018, Scozzavafa chiama Tallini e si congratula con Tallini per il risultato raggiunto, nonostante la sconfitta: “Ora bisogna concentrarsi sulla Regione e che comunque hanno preso bei voti". 

Una precisazione per chiarire i fatti storici e politici del tempo.  Due giorni prima della telefonata, si tengono le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. Domenico Tallini è candidato nel collegio uninominale di Catanzaro per la coalizione del centrodestra. A fine scrutinio porta a casa 36,460 voti (31,45%) ma non bastano: è sconfitto da Giuseppe D’Ippolito (M5S) che di voti ne prende 52,756 (45,5%)

Da una conversazione telefonica del novembre 2014 in cui Scozzafava spiega che "da quegli amici ha raccolto mille voti": dimostrazione che Scozzafava raccoglie consensi elettorali ancora disponibili per Mimmo Tallini. Una disponibilità elettorale che, per gli inquirenti, si cimenta anche nel 2020, dove nel Crotonese ottiene: 1093 a Crotone, 153 a Cutro, 166 a Isola Capo Rizzuto, 119 a Mesoraca, 158 a Petilia Policastro, 103 a Cirò Marina.

Sempre in un'altra telefonata Scozzafava dice che "alla fine lo vedi qua, lui, Domenico Tallini come ci rispetta senza che andiamo, eh quando lo chiamiamo lo vedi subito: è a disposizione. Scozzafava spiega a Manfredi  l’organizzazione del consorzio di farmaci”.

Nel summit a casa di Grande Arachri, sarebbe Villirillo, "commercialista e peraltro mai coinvolto in precedenti inchieste giudiziarie" a puntare l’attenzione sul ruolo di una persona importante nella vicenda del consorzio farmaceutico che indicava come l’assessore, Domenico Tallini, con il compito di accelerare l’iter burocratico relativo al rilascio delle autorizzazioni regionali e risolvere eventuali altre problematiche.


LE ACCUSE: Secondo l’accusa, i rapporti di Tallini con la cosca hanno riguardato la costituzione di una società, la Farmaeco con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie .  Tallini avrebbe fornito supporto alla cosca, specie nella fase di avvio del progetto ed il suo intervento, secondo quanto riferiscono i carabinieri, è stato ricambiato anche con il sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014. Il contributo di Tallini, ritengono gli investigatori, è stato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico inziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali.

In particolare  sarebbe intervenuto secondo l'accusa " presso pubblici uffici  al fine di accelerare  l'iter burocratico per il rilascio delle necessarie autorizzazioni nella realizzazione  del CONSORZIO FARMA ITALIA e della società FARMAEKO srl  che prevedeva la distribuzione dei cosiddetti medicinali da banco sul territorio nazionale e  promuoveva  la nomina del responsabile  del relativo ambito amministrativo regionale  e concorreva ad indurre i soggetti preposti a rilasciare  la necessaria documentazione amministrativa  e certificazione, pur consapevole del reimpiego di capitali illeciti, provenienti dal delitto  associativo di stampo concorreva nei progetti commerciali inerente la distribuzione die farmaci ed imponeva nella struttura Farmaeko  l'assunzione e l'ingresso quale consigliere del figlio Giuseppe Tallini,  così da contribuire all'evoluzione  dell'attività imprenditoriale  del Consorzio farmaceutico fornendo le sue competenze e le sue conoscenze  anche nel procacciamento di farmaci da consorziare. In tal modo rafforzava la capacità operativa del sodalizio nel controllo di attività economiche  sul territorio". 


PERCHE’ IL GIP HA APPLICATO GLI ARRESTI DOMICILIARI TALLINI: Secondo il gip la carica istituzionale ancora ricoperta dal presidente del consiglio regionale gli consentirebbe di “dispensare ancora favori illeciti in vista della prossima tornata elettorale”.
La misura cautelare più adeguata per il magistrato è quella degli arresti domiciliari con “divieto di comunicazione con l’esterno del luogo di domicilio, non potendosi in questo momento di reputare idonea altra misura, necessariamente connotata da margini di libertà, di comunicazione, incompatibili con le esigenze cautelari”.

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