Giallo sulla scomparsa di Torregrossa, il prete che si spogliò per amore

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Massimo Torregrossa
  27 agosto 2019 16:41

di TERESA ALOI

Non devono essere stati facili gli ultimi tempi per Massimo Torregrossa, 51 anni, di Catanzaro ma originario di Aversa,  scomparso da casa  il 13 agosto scorso.  Da poco sulla sua vita incombeva lo spettro della separazione della moglie. Quell’amore, talmente grande da averlo  indotto a lasciare l’abito da religioso della Congregazione “Oblati di Maria immacolata” di cui faceva parte da anni anche in qualità di presbitero. Dalla Campania, terra che gli ha dato i natali, dopo aver portato la sua opera missionaria in Paesi anche extracomunitari,   era stato assegnato alla sede di Catanzaro durante l’Episcopato di monsignor Antonio  Cantisani. E proprio nel capoluogo aveva conosciuto il grande amore.  Lei, Katia, una giovane donna, che studiava Medicina e che presto sarebbe diventata medico. 

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E allora potrebbe essere  stata la necessità di trovare un po' di pace e serenità  nella sua vita, scossa dagli ultimi accadimenti,  alla base  dell'allontanamento  dell’operatore, impiegato negli uffici amministrativi di Fondazione Betania. Una  conclusione alla quale sarebbe arrivati anche i carabinieri  che stanno portando avanti le indagini dopo la denuncia presentata dalla moglie qualche giorno dopo la sua assenza. 

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­Pace e serenità da ritrovare per mettere ordine nella sua esistenza. Se fosse così si spiegherebbe il suo silenzio  nonostante la supplichevole dichiarazione della sorella di “farsi sentire anche solo con un messaggio”. “L’ansia e la paura sale e i tuoi genitori sono devastati. Non ci interessa quello che è successo, vogliamo solo ritrovarti. TI PREGO MASSIMO TORNA DA NOI” aveva scritto in un messaggio la sorella dalla pagina di Facebook.

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Nulla. Nessuna traccia.   Da quattordici giorni sulla sua scrivania al primo piano di Fondazione Betania  nessuno  tocca  nulla. Tutto è rimasto fermo al 13 agosto quando Massimo Torregrossa ha risposto con un sms ai colleghi  che, la mattina, non vedendolo arrivare, gli avevano telefonato per  sapere cosa fosse successo.   “Non sto bene, non vengo al lavoro oggi”. Poche parole. Le ultime.  Almeno per ora. 

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