Lotta alle mafie e testimonianze di "rinascita", l'Istituto agrario di Catanzaro accoglie l'associazione Libera

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Un momento dell'incontro all'Istituto agrario
  19 novembre 2019 19:20

Si è discusso sulla destinazione dei beni confiscati alle cooperative di giovani e alla non opportunità di procedere alla vendita i questi beni per evitare di perdere il valore sociale e soprattutto perché con la vendita gli stessi gruppi criminali potrebbero venire indirettamente di nuovo in possesso di qui beni. E, in tal senso, interessante è stato il racconto dell’esperienza di una cooperativa agricola di Isola Capo Rizzuto che su terreni agricoli confiscati ad un boss ha avviato una interessante attività che dà lavoro a diversi giovani.

Perché non di sola agricoltura si vive all’Istituto di Istruzione Superiore, Vittorio Emanuele II di Catanzaro: un incontro con la referente provinciale di Libera,  Elvira Iaccino è stata infatti l’occasione per discutere con gli studenti dell’Agraria, di lotta alle mafie e di come la presenza mafiosa possa essere pervasiva nelle nostre vite.

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La dirigente scolastica Rita Elia con il supporto organizzativo dei docenti  Alberto Carpino e Patrizia Massara ha immaginato un ciclo di mini conferenze-dibattito in cui gli studenti potessero interfacciarsi con gli esperti che via via vengono invitati a trattare temi di attualità in chiave di cittadinanza e costituzione, che dallo scorso anno costituiscono materie in discussione all’esame di Stato.

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Nel primo incontro i ragazzi hanno avuto modo di dibattere con  Luigi Mariano Guzzo, docente presso l’università Magna Grecia di Catanzaro che ha  discusso dell’importanza della carta costituzionale.

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 Il tema  di oggi, per la delicatezza degli argomenti ha catalizzato l’attenzione dei giovani diplomandi, perché parlare di mafia con persone che la mafia la combattono fattivamente ogni giorno e ogni giorno supportano le vittime di azioni malavitose è stato oltremodo stimolante.

Libera è l’associazione che nasce nel 1994 da un’idea lanciata da Don Luigi Ciotti che ad oggi raccoglie l’adesione di trecento tra gruppi e associazioni della società civile coinvolte in un impegno non solo “contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente “per”: per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza all’altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione.

Interessante l’Intervento di Elvira Iaccino sulla opportunità di denunciare sempre i fenomeni malavitosi di cui si viene a conoscenza per non perdere mai la dignità di uomini e donne e per impedire la diffusione del fenomeno mafioso. Di sicuro interesse l’intervento di Umberto Ferrara della Segreteria regionale di Libera Terra che ha raccontato di belle esperienza e dei progetti che le cooperative di Libera Terra hanno realizzato sui terreni confiscati alla mafia. È stata tratteggiata poi,  la figura di Pio La Torre, vittima di mafia, che insieme a Rognoni è autore di una legge che ha introdotto il reato di associazione mafiosa e che nel 1982, grazie a questa legge è stato possibile celebrare il maxi processo di Palermo che vide alla sbarra 486 mafiosi. Pio La Torre è anche l’ideatore dell’articolo 41 bis che introdusse il carcere duro e la misura di prevenzione della confisca dei beni ai mafiosi. Si è discusso sull’importanza di aggredire i patrimoni che le organizzazioni accumulano grazie alle attività criminali. Questi beni, inoltre, vengono utilizzati per commettere altri reati come il riciclaggio di denaro sporco.

 

 

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