'Ndrangheta. S'indaga sulla morte del pentito Canale: da settembre era senza protezione. Oggi lo "sfratto" per la sorella

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Simone Canale

L'avvocato Conidi denuncia: "Una morte annunciata". E preannuncia ricorso al Tar

  30 ottobre 2020 17:38

di STEFANIA PAPALEO

A Simone Canale, il pentito reggino morto lo scorso 22 ottobre, a Biella, in circostanze ancora da chiarire, il Servizio Centrale di protezione aveva revocato già da un mese il programma di protezione. A renderlo noto attraverso La Nuova Calabria è l'avvocato Claudia Conidi, il legale che ha chiesto e ottenuto l'autopsia sul quarantenne che, fin dall'inizio, ha affiancato nella sua decisione di collaborare con la giustizia. Dichiarazioni dirompenti, quelle di Canale, che hanno contribuito a portare alla sbarra boss e picciotti della 'ndrangheta coinvolti in fatti di sangue efferati tra Calabria e Sicilia.

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A gennaio del 2021 avrebbe dovuto prendere parte a un ennesimo processo a Reggio Calabria. Eppure nulla ha impedito di lasciarlo solo. Di più. Morto Canale, gli operatori del Nop hanno già "bussato alla porta" della sorella, Francesca, per notificarle analogo provvedimento di revoca del programma di protezione, con tanto di "sfratto" dal domicilio protetto entro due mesi e l'intimazione a comunicare, entro il mese successivo, il nuovo, per poter eventualmente predisporre misure ordinarie di protezione.

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"Una morte annunciata", denuncia oggi l'avvocato Conidi, annunciando che presenterà ricorso al Tar contro i provvedimenti del Sistema Centrale di protezione che definisce "braccio armato del Ministero dell'Interno". E' un fiume in piena, la penalista, che parla di "sistema pilotato per l'eliminazione di tutti i collaboratori di giustizia", molti dei quali non si sentono adeguatamente protetti. Proprio come Simone Canale, che aveva più volte manifestato timori per la sua vita, tanto da aver chiesto lui stesso di essere tolto dal sistema di protezione, per potersi "difendere" da solo. Con il risultato che, alla fine, è rimasto davvero solo. Intorno a lui dubbi e interrogativi rispetto ai quali solo dall'esame tossicologico disposto dal sostituto procuratore di Biella, Teresa Angela Camelio, potranno arrivare le prime risposte.

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LEGGI QUI. 'Ndrangheta. Il pentito reggino Simone Canale potrebbe essere stato avvelenato: disposti gli esami tossicologici sul cadavere

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