Offese a ragazzi down in un ristorante nel Vibonese. "Ci danno la nausea, non possiamo cenare accanto a loro"

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images Offese a ragazzi down in un ristorante nel Vibonese. "Ci danno la nausea, non possiamo cenare accanto a loro"

  27 dicembre 2019 19:51

"Non possiamo cenare accanto ai ragazzi down, la loro vista ci dà la nausea". Così una famiglia a Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia, si è resa protagonista di un grave atto di discriminazione. E' accaduto in una pizzeria in provincia di Vibo Valentia, all'antivigilia di Natale come denuncia con un post su Facebook Francesco Conidi responsabile del Club Dei Ragazzi Filadelfia, un gruppo nato dal desiderio di accompagnare giovani con la sindrome di Down in un percorso di educazione all'autonomia attraverso esperienze di vita quotidiana.

Secondo il racconto di Conidi, la famiglia avrebbe protestato per la vicinanza al tavolo dove stavano mangiando una pizza due giovani down. "Comprendiamo la loro malattia ma non possiamo cenare accanto a loro", avrebbe detto il gruppo, rivendicando il fatto che "a Roma certe cose non accadono" . Poco distante dai due ragazzi, a un altro tavolo, era seduto il genitore di uno di loro, assieme ad un altro accompagnatore, che a quel punto hanno chiesto spiegazioni. In risposta avrebbero ottenuto solo ulteriori insulti e di nuovo la conferma della nausea provocata dalla vista dei ragazzi. Nausea tale da spingere la famiglia a lasciare il locale subito dopo.

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"Il comportamento di questa famiglia, incivile e del tutto disumano, ha profondamente offeso i nostri ragazzi e tutta la comunità di Filadelfia, da sempre sensibile e attenta al tema dell'inclusione", scrive il presidente del Club dei Ragazzi di Filadelfia. Lo stesso Sindaco, informato dell'accaduto, "ha da subito condannato l'atto discriminatorio, rivendicando l'attività di inserimento lavorativo che proprio in questo periodo il comune sta portando avanti nei confronti di alcuni dei nostri ragazzi. C'è da augurarsi che questi siano episodi isolati e destinati all'estinzione, anche se è sconfortante prendere atto che alle soglie del 2020 a una persona possa essere negata la libertà di cenare con gli amici, in tranquillità, senza subire offese di questo tipo, solo perché ha la sindrome di Down!".

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