Operazione "Imponimento": scacco alla cosca che controllava qualsiasi cosa (NOMI e VIDEO)

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Operazione "Impedimento": Barbera, Capomolla, Gratteri, Contini, Solombrino e Virno

Coinvolti politici, l’assessore al Lavori pubblici di Polia, l’ex sindaco di Pizzo e assessore regionale Stillitani. Denunciati diversi assessori e vicesindaci di alcuni Comuni del Vibonese e alcuni funzionari regionali che avrebbero alterato alcune gare d’appalto, a cui partecipava una sola ditta

  21 luglio 2020 12:47

DI EDOARDO CORASANITI

Tutto. La cosca Anello controllava qualsiasi cosa: lavori, turismo, droga, armi, estorsioni. Senza rivali e con una forte diramazione territoriale.  “Questa indagine dura da quattro anni e nel corso del tempo si è affinata fino ad arrivare al risultato odierno. In particolare colpisce la cosca Anello che si allarga dal territorio di appartenenza fino alle Serre, con forti interessi economici per spaziare al traffico di droga e di armi e al controllo di attività turistiche. Abbiamo visto da subito l’articolazione internazionale dei crimini. Abbiamo squadre investigative comuni con la Svizzera, su Berna, dove operavano gruppi mafiosi”.  Ad affermarlo in conferenza stampa, il procuratore Nicola Gratteri, per esporre i risultati dell’operazione “Imponimento”, l'operazione internazionale di polizia coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica-Dda di Catanzaro e dall'Ag elvetica, in un'azione comune contro la 'ndrangheta e le sue proiezioni, nei confronti di diversi esponenti di affermate e risalenti famiglie della criminalità organizzata calabrese, operanti principalmente nel territorio che collega Lamezia Terme alla provincia di Vibo Valentia (LEGGI QUI I NOMI DEGLI INDAGATI).

L'operazione, hanno sottolineato gli inquirenti, è il frutto di anni di intenso lavoro investigativo svolto nell'ambito di una squadra investigativa comune (Joint investigation team) costituita presso Eurojust tra magistratura e forze di polizia dei due Paesi, cui hanno aderito, per l'Italia, la Procura distrettuale antimafia di Catanzaro e reparti della Guardia di finanza (Polizia economico-finanziaria di Catanzaro e Scico di Roma) e, per la Svizzera, la Procura della Confederazione Elvetica di Berna e la Polizia giudiziaria federale di Berna. Un ruolo determinante nell’operazione è stato svolto dai reparti speciali dello Scico, diretto da Alessandro Barbera.







“Un ringraziamento enorme alla procura di Catanzaro – ha detto il comandante della Gdf Fabio Contini - perché ci hanno coordinato in un’indagine complessa anche perché ha riguardato più territori. Lo Scico ci ha aiutato nella proiezione internazionale con strumentazioni all’avanguardia e personale molto competente. Non solo i 600 uomini della Gdf di Catanzaro sono stati impegnati ma anche altri 100 finanziari della Gdf di Roma”.
 
Vincenzo Capomolla, il procuratore aggiunto ha spiegato: “Questa indagine è stata compiuta grazie alla sensibilità investigativa della Gdf, per la tipologia dei reati propri dell’attività della Guardia di finanza, propri della pubblica amministrazione. Ancora una volta le relazioni con la pa sono pregnanti da parte della criminalità organizzata. L’indagine mostra la vita quotidiana di una locale di ‘ndrangheta e come gli esponenti si muovono sul territorio occupando tutti gli spazi in cui si svolge un’attività remunerativa. Andiamo dall’attività predatoria delle estorsioni, fino a quella più sofisticata delle imposizioni di forniture di ditte nel settore edilizio e in quello turistico, special modo tra Lamezia e Vibo. Dalle forniture si passa alla gestione vera e propria delle attività turistiche, con un rapporto opaco fra ‘ndrangheta e imprenditoria, entrambi traggono vantaggi dal tenersi la mano e darsi reciproco sostegno. Ci sono plurimi casi di concorso esterno che riguardano imprenditori e professionisti ed esponenti istituzionali e tutta una serie di una condotta che sono specificamente indicative dell’infiltrazione nel tessuto istituzionale locale, nei Comuni in cui operano queste cosche. Lo sfruttamento delle aree boschive è il risultato di una spartizione tra cosche, così come alcune gare d’appalto pubbliche. Il materiale investigativo è molto corposo, anche grazie alle indicazioni di collaboratori di giustizia riscontrati dagli investigatori”.

“Sotto la lente anche i rapporti con l’Inail – ha aggiunto Capomolla – per testimoniare la pervasività della cosca anche negli infortuni sul lavoro. Una marcata capacità di condizionamento che non lascia spazi inesplorati. Resta centrale l’attività di traffico di droga con il controllo di enormi piantagioni e lo smistamento di importanti quantitativi di cocaina. Non è mancato neanche il rapporto con la criminalità organizzata pugliese. Sono contestati anche reati ambientali, con lo smaltimento illecito di rifiuti in spregio ad aree protette, ad esempio eternit nel parco delle Serre”.

Il generale Barbera ha spiegato: “Il dominio della criminalità organizzata è quasi assoluta in Calabria. Imponimento vuol dire proprio la capacità di imposizione della cosca del proprio volere, complici la paura, le collusioni e l’omertà. Il lavoro sinergico fra apparati investigativi ha consentito il risultato di oggi. L’operazione di oggi potrebbe essere usata come sceneggiatura di una fiction per fare capire come opera una cosca: traffico fi droga e armi, attività estorsive, controllo economico, collusione con le istituzioni. C’è tutto. Sono state sequestrati tre strutture turistiche e beni per 160 milioni, oltre 100 appezzamenti di terreno, oltre 80 autoveicoli. Colpendo le ricchezze, si colpisce il cuore della cosca. Un ruolo importantissimo è stato svolto dalle segnalazioni di operazioni sospette”.
Dario Solombrino, Comandante provinciale Gdf Catanzaro, ha aggiunto: “Abbiamo osservato la cosca come una sorta di “Grande fratello” e il quadro che ne viene fuori è assolutamente mortificante per il tessuto vitale del territorio. Tra i sequestri ingenti effettuati anche tre villaggi turistici. Il dato positivo è che il 70% dei finanzieri che hanno operato sono calabresi e che hanno scelto il lato corretto su cui schierarsi”.

Carmine Virno, colonnello a capo del Nucleo Polizia Economico del Gdf, è entrato nel merito di alcuni passaggi dell’operazione: “L’operazione nasce dall’inchiesta Gentlemen. Rocco Anello aveva collegamenti costanti con la Svizzera, cove vive un suo uomo, finalizzati all’esportazione di armi e denaro. Fermati moglie e figlio di Rocco Anello, e indagati altri familiari stretti. Abbiamo diversi politici, l’assessore al Lavori pubblici di Polia, l’ex sindaco di Pizzo e assessore regionale Stillitani, denunciati diversi assessori e vicesindaci di alcuni Comuni del Vibonese e alcuni funzionari regionali che avrebbero alterato alcune gare d’appalto, a cui partecipava una sola ditta. C’era una rotazione fra cosche del territorio per accaparrarsi le gare e se qualcuno provava a inserirsi non aveva scampo. Sui villaggi il controllo nasceva con la guardiania che garantiva un occhio sulle forniture dalle pulizie ai generi alimentari. Da qui nasceva un controllo più stringente. Hanno imposto la guardiania anche alla Valtur. Un caso importante di estorsione è quello relativo all’apertura dell’Eurospin di Pizzo per il quale Anello ha imposto una serie di attività di controllo”.

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