Rinascita Scott, il Tdl motiva i domiciliari al col. Naselli: “Sufficienti per non reiterare i reati”. L'avv. Fonte non si arrende: “Andremo in Cassazione"

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images Rinascita Scott, il Tdl motiva i domiciliari al col. Naselli: “Sufficienti per non reiterare i reati”. L'avv. Fonte non si arrende: “Andremo in Cassazione"
Giorgio Naselli
  03 marzo 2020 19:20

di EDOARDO CORASANITI

Il 18 gennaio scorso i giornalisti di cronaca giudiziaria lanciano un flash: Giorgio Naselli, ufficiale dei carabinieri in servizio a Teramo indagato nell’ambito dell’operazione “Rinascita Scott”, passa dal carcere agli arresti domiciliari. La notizia rimbalza sui canali d’informazione calabresi per un motivo: il colonnello ha lavorato in Calabria.

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Naselli è accusato di violazione del segreto istruttorio, finito tra le carte della Procura per aver rilevato alcune informazioni all’avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli, anche lui coinvolto nell’operazione e trasferito nel carcere di Nuoro.

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In queste ore sono state depositate le motivazioni del Tribunale della Libertà, chiamato a valutare sulle esigenze cautelari e i gravi indizi di colpevolezza che hanno indotto il giudice dell’indagine preliminare a determinare la misura iniziale del carcere. Il 18 gennaio però i giudici del Tdl hanno alleggerito la restrizione: dall’istituto militare di Santa Maria Capo Vetere agli arresti domiciliari. Per i giudici, dunque, la misura stabilita dovrebbe essere sufficiente per fargli mantenere la condotta necessaria per non reiterare i reati che gli vengono contestati. Una misura meno afflittiva non sembra possibile disporla, perché negli anni Naselli avrebbe costruito rapporti che sembrerebbero al centro delle preoccupazioni dei magistrati. Quindi, l’arresto domiciliare sembrerebbe quello adatto per neutralizzare le possibilità di cogliere le occasioni per compiere delitti simili a quelli evidenziati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri.

Due capi d’accusa avvolgono la posizione di Naselli: il contenuto di alcune indagini condotte dai carabinieri di Pioltello e che sarebbero state d’interesse all’avvocato Pittelli e una pratica pendente su Rocco Delfino presso la Prefettura di Teramo e della quale Naselli si sarebbe interessato rivelando quali erano le criticità, oggetto delle verifiche in corso coperte dal segreto istruttorio.

Il primo capo d’imputazione è stato annullato dal Tdl mentre a reggere è solo il secondo.


Naselli è difeso dagli avvocati Giuseppe Fonte e Gennaro Lettieri, che dopo aver letto le motivazioni dei giudici hanno intenzione di presentare il ricorso cautelare in Cassazione. Il tempo a disposizione è di 10 giorni (dal giorno dell’ultima notifica alle parti) ma le idee sembrano già chiare all’avvocato Fonte, il quale mette in evidenza alcune carenze della decisione. A partire da due aspetti: l’assenza di motivazione nell’aggravante del profitto patrimoniale e dell’aggravante mafiosa. In sostanza, da quanto emerso, “il dispositivo non dà conto di un vantaggio economico in favore di Naselli per aver fornito delle informazioni coperte dal segreto istruttorio. Ancora di più, l’ordinanza del Tdl è ancora più carente sul piano dell’agevolazione mafiosa, non prendendo in considerazione la sentenza delle Sezioni Unite del 19 dicembre 2019, che prevede come l’aggravante agevolativa dell’attività mafiosa ha natura soggettiva e si applica al concorrente solo se da lui conosciuta”.

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