Rinascita Scott. L'avvocato Pittelli resta in carcere, ma per i giudici non è un mafioso

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Giancarlo Pittelli
  13 gennaio 2020 13:51

di EDOARDO CORASANITI 

 

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L’avvocato Giancarlo Pittelli resta in carcere, ma con l’accusa modificata: concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso e non più partecipazione alla cosca.

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A deciderlo è il Tribunale della Libertà di Catanzaro, chiamato a decidere sulle esigenze cautelari e sui gravi indizi di colpevolezza che hanno determinato la misura cautelare più grave per l’ex parlamentare coinvolto nell’operazione anti ‘Ndrangheta denominata “Rinascita Scott”, che lo scorso 19 dicembre ha portato all’arresto di 334 persone (LEGGI QUI). 

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Il blitz, coordinato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, ha colpito la presunta cosca dei Mancuso di Limbadi. 

Pittelli era accusato di partecipazione nell’associazione mafiosa, ai sensi dell’articolo 416 bis del codice penale. 
La Procura, nella richiesta della misura cautelare, aveva formulato l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. È stato il GIP, Barbara Saccà, a riformularla in partecipazione.

Giovedì scorso l’udienza nell’aula bunker di via Paglia, nel capoluogo di regione. È in quell’occasione che i suoi legali, Guido Contestabile e Salvatore Staiano, hanno provato a convincere i giudici dell’estraneità di Pittelli ai reati contestati. Facendo leva, data la fase dell’indagine, dell’insussistenza delle esigenze cautelari. La discussione, avvenuta di fronte ai giudici del Tdl De Gregorio, Manna e Sorrentino, è durata oltre 5 ore. Tempo in cui sono intervenuti i pubblici ministeri Frustaci e De Bennardo e concluso con le parole di Pittelli, che ha rilasciato dichiarazioni spontanee: “Non sono né mafioso né massone”, ha detto l’avvocato.
In attesa di nuovi sviluppi delle indagini (il primo passo sarà la chiusura delle indagini, a cui seguirà la richiesta di giudizio o archiviazione e la fase dell’udienza preliminare, poi il processo di primo grado), per Pittelli rimane una strada percorribile: il ricorso cautelare in Cassazione, da presentare entro 10 giorni dalla notifica delle motivazioni (che arriveranno fra 45 giorni) del Tribunale della Libertà. 

 

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