"Rinascita-Scott" rischia di essere celebrato fuori Calabria: aula bunker di Catanzaro non adeguata per i maxi-processi

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Il processo Rinascita-Scott potrebbe celebrarsi fuori regione. Nemmeno quella di Vibo Valentia potrebbe essere adeguata

  05 giugno 2020 22:03

La città di Catanzaro rischia di perdere la possibilità di avere un’aula bunker e, quindi i maxi processi (per l’elevato numero delle parti e dei difensori) dovrebbero celebrarsi a Vibo Valentia o addirittura fuori Regione (le sedi probabili sono Roma o Napoli o Palermo).

Ed invero, il processo c.d. “Rinascita Scott” probabilmente si celebrerà fuori Regione, poiché l’elevato numero degli imputati coinvolti (circa 400), dei difensori (circa 350), delle potenziali parti civili e loro procuratori (circa 250) e di altro personale di pg, richiede un’aula bunker capace di contenere circa 1000 persone ed in Calabria neanche la soluzione della struttura di Vibo valentia risulta essere idonea e sufficiente.   

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Ma in Calabria, la terra dei processi di ndrangheta, lo Stato non ha inteso realizzare a tutt’oggi, nel distretto di Corte di Appello, quell’aula bunker di dimensioni e caratteristiche idonee per la trattazione dei maxi processi, più volte sollecitata al Ministero della Giustizia, anche da parte del Presidente della Corte di Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, il quale già in data 29 marzo 2019 aveva comunicato al Capo Gabinetto e al Capo Dipartimento del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria la necessità di reperire con urgenza strutture idonee ex art. 145 bis dip. Att. C.p.p. per la celebrazione dei processi di criminalità organizzata, anche nella prospettiva del ben noto processo Rinascita Scott.

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Nel mese di gennaio 2020, su sollecitazione del Procuratore Nicola Gratteri, l’incontro con il Ministro della Giustizia non condusse ad alcuna risoluzione e, l’interlocuzione tra le autorità giudiziarie locali e quelle dell’apparato amministrativo centrale andarono avanti sino al mese di maggio 2020.

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Ad oggi il Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria del Ministero della Giustizia non solo insiste per una soluzione impraticabile (Vibo Valentia), ma continua a disattendere la fisiologica soluzione della realizzazione nel capoluogo di Regione dell’aula bunker, così allo stato costringendo la celebrazione dei processi di ndrangheta fuori dal territorio ove gli stessi sono “nati”.

In ragione di ciò ieri si è tenuta una riunione della conferenza permanente con la partecipazione del Presidente della Corte di Appello, Dott. Introcaso, del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e del Procuratore Generale Beniamino Calabrese dei responsabili del dipartimento giustizia presso il Ministero ed il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.

Nel corso della riunione sono state evidenziate le gravi criticità connesse alle soluzioni prospettate dagli apparati dello Stato, gravemente inadempienti rispetto alle sollecitazioni provenienti dalle autorità giudiziarie del capoluogo. La struttura individuata su Vibo Valentia non è idonea poiché prevederebbe una partecipazione di imputati e difensori divisi in più aule ed in collegamento attraverso piccoli monitor, con tutte le inevitabili questioni ed eccezioni che potrebbero essere giustamente sollevate dall’Avvocatura, che vedrebbe violati i principi generali della partecipazione ad un giusto e regolare processo.

Ragion per cui il processo Rinascita Scott (ed altri maxi processi) si dovranno celebrare fuori regione, con gravissimi disagi per gli imputati e per gli Avvocati, non solo da un punto di vista logistico, ma anche perché molti Avvocati saranno costretti a dover richiedere il differimento - per legittimo impedimento - dei processi che si celebreranno a Catanzaro e, ciò al fine di partecipare alle udienze fuori Regione.

Tale soluzione comporterà un dispendio economico notevole per lo Stato (pensiamo anche alle somme da rimborsare anche per le spese documentabili di trasporto), ma anche per gli imputati ed i loro difensori che dovranno farsi carico delle spese di viaggio e di pernottamento, con il rischio di pregiudicare anche il diritto di difesa e di effettiva partecipazione al processo.

E’ gravissimo come lo Stato non intenda investire nelle strutture dell’apparato giudiziario calabrese, addirittura escludendo la possibilità di realizzare nel Distretto di Corte di Appello ed a Catanzaro l’aula bunker.

Nel territorio dove si celebrano i processi più importanti lo Stato chiede agli Avvocati ed agli imputati (ed anche ai magistrati), di andare a celebrare i processi fuori regione, sol perché il Ministero della Giustizia dapprima ha ritardato una corretta istruttoria per l’individuazione di una struttura idonea nel Distretto di Catanzaro (il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Antonello Talerico, ha proposto alcune soluzioni in sede, che saranno poste al vaglio del Dipartimento Giustizia), ed in particolare escludendo aprioristicamente proprio il capoluogo di Regione e, di poi perdendo l’occasione di utilizzare delle tensostrutture (proposta anche dagli Avvocati) che potevano provvisoriamente consentire la celebrazione dei processi in Calabria, salvo poi proporre la soluzione della struttura polivalente di Vibo Valentia, anch’essa inidonea, con inevitabile epilogo del processo fuori sede.

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro insisterà - attraverso varie iniziative - affinché i processi si celebrino in Calabria ed a Catanzaro, avendo trovato anche il giusto appoggio da parte del Presidente della Corte di Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, del Procuratore Generale, Beniamino Calabrese e, del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.

 

 

 

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