Subbuglio al Policlinico. La riorganizzazione 'irricevibile' e la rete ospedaliera non attuata

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Policlinico universitario a Germaneto
  24 agosto 2020 12:04

di GABRIELE RUBINO

I vertici dell’Aou Mater Domini ci avevano messo circa un mese e mezzo per elaborarlo, il rettore dell’Umg si è accontentato di “una lettura veloce, preliminare, giusto per la curiosità”, per poi comunque giudicarlo “irricevibile”. L’ultimo terreno di scontro all’interno dell’unica azienda ospedaliera ‘con l’università dentro’ in Calabria è diventato quello che i ‘proponenti’ hanno preferito chiamare “atto di riorganizzazione”, il vertice dell’ateneo “atto aziendale”. Seppur la differenza nominale (e si vedrà) sia giuridicamente importante, la sostanza del documento era una rivisitazione dell’organigramma (dagli organi di comando ai reparti) del Policlinico. ‘L’atto di riorganizzazione’ su cui, a fine luglio, ci aveva messo il cappello il commissario straordinario nominato dal governo Giuseppe Zuccatelli (prima di andare in ferie per circa un mese) è stato il tentativo di smuovere qualcosa pur essendo consapevole che la strada sarebbe stata sbarrata dall’Umg. I rapporti tesi con Giovambattista De Sarro, nati da una famosa riunione sulle sorti del Centro di Neurogenetica e proseguiti nelle aule dei tribunali amministrativi per le modalità della nomina del manager emiliano romagnolo, non potevano che portare all’arroccamento accademico.

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IL RETTORE: “SENZA IL NUOVO PROTOCOLLO D’INTESA, NIENTE ATTO AZIENDALE”- Fosse per il rettore la questione non doveva nemmeno aprirsi. Nella missiva di risposta (peraltro indirizzata non direttamente a Zuccatelli, bensì ai ‘suoi’ direttore sanitario e amministrativo), De Sarro aveva già avvertito la puzza di bruciato dicendo che l’atto di riorganizzazione altro non è che l’atto aziendale mascherato. Oltre a violazioni delle norme nazionali che regolano il funzionamento delle aziende ospedaliero universitarie, l’atto aziendale di Mater Domini, come giustamente ricorda il rettore, non può essere approvato se non prima viene rinnovato il mitologico Protocollo d’Intesa con la Regione che regola tutti i rapporti sull’assistenza, la didattica e la ricerca. Una verità peraltro ribadita nel più recente Dca in materia (il n. 14 del 2016), quello in cui il commissario ad acta dell’epoca, Massimo Scura, aveva precisato proprio che l’atto azienda del Policlinico doveva essere successivo al nuovo Protocollo. Anzi, come ha spiegato nella risposta del 21 agosto, sarebbe ‘inopportuno’ aprire il fronte interno proprio adesso visto che al Miur è stato istituito il Tavolo tecnico per l’altrettanto mitologica integrazione con l’ospedale Pugliese per superare i profili di illegittimità costituzionale che hanno portato il Consiglio dei ministri a impugnare (già due volte) la legge regionale istitutiva dell’azienda unica di Catanzaro.

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LA VECCHIA INTESA DI QUATTRONE (CON SCURA) SULLA RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE OSPEDALIERA- Nel riscontro rettorale l’indicazione è chiara: “l’Atto stesso non può essere considerato giuridicamente esistente o efficace”. Ma come al solito la realtà è sempre più complessa di quello che sembra. ‘L’atto di riorganizzazione’, usando la dizione dei vertici del Policlinico, si ispira – nella parte di ricognizione delle unità operative- alla riproduzione del ‘programmato’ del Dca 64 del 2016, ossia il disegno della rete ospedaliera regionale. Assetto che non ha subito modiche nel programma operativo adottato (ad inizio anno) dal commissario Cotticelli e che, evidentemente, non era stato pienamente ‘assorbito’ dal Policlinico. Il Dca 64, allora firmato da Scura e dall’attuale dg della Programmazione del ministero della Salute Andrea Urbani non a caso puntualizzava “tenuto conto dell'intesa sulla riorganizzazione della rete ospedaliera relativa all'Azienda Ospedaliera "Mater Domini", espressa dal Rettore dell'Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro”. Dunque, stando alle carte ufficiali, il predecessore di De Sarro, Aldo Quattrone, acconsentì – in vista della firma del Protocollo- alla riorganizzazione della rete ospedaliera nella parte relativa a Mater Domini. Insomma, se spazi per il nuovo atto aziendale non ce ne sono, l’attuazione del programma sulla rete ospedaliera potrebbe anche avere il suo fondamento. Stando però alla ‘lettura veloce’ del successore di Quattrone, sebbene non esplicitate, vi sarebbero “molte altre inesattezze, contraddizioni, violazioni di Atti già esistenti e preliminari al nuovo protocollo (DCA 64/2016)”.

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QUALCOSA ‘SU ALCUNI REPARTI’ SI ERA GIA’ MOSSO PRIMA DELLA RISPOSTA. ECCO QUALI- In effetti, sentendo chi dell’Aou Mater Domini ha materialmente lavorato al dossier riorganizzazione, viene spiegato: “E’ un primo passo per dare un’organizzazione, per di più richiesta da ospedalieri e da universitari, al Policlinico visto che da anni non c’è nulla. Non si poteva non partire dal DCA 64”. Non sarà un caso se, ancor prima della risposta del rettore De Sarro, su qualche unità operativa sono stati già avviati degli atti prodromici. Lettere interne sull’organizzazione del personale inviate ai vari responsabili per allinearsi alle future previsioni. Si tratta, ad esempio, di Dermatologia, Psichiatria e dell’accorpamento di Otorinolaringoiatria con Audiologia. Tutte unità che, stando al Dca 64 e all’atto di riorganizzazione, da strutture complesse dovrebbero essere ‘declassate’ a semplici con quelle ‘accorpande’ ad unità a valenza dipartimentale. Senza dimenticare Malattie Infettive, destinata a diventare struttura semplice. Per chi conosce l’infinita storia di trattative sull’integrazione con l’altro ospedale di Catanzaro ricorda come proprio questo "pacchetto" di reparti fosse il tributo del Policlinico al Pugliese (che avrebbe poi ottenuto le direzioni) in cambio di altro, fra cui il trasferimento del dipartimento Materno Infantile.  

IL CONTENUTO DELL'ATTO DI RIORGANIZZAZIONE- Nel merito, il documento da trentanove articoli riecheggia qualche atto aziendale delle aziende ospedaliero universitarie. Al posto dei dipartimenti, ci sono le ‘aree omogenee’ che raggruppano le varie unità operative. Ad ogni per leggere il dettaglio è possibile (SCARICARE QUI E VEDERE LE TABELLE IN FONDO). Il rettore De Sarro ha contestato (più che per il contrasto con il Dca 64, con il Dlgs 571/99) la sostituzione dell’organo di indirizzo con il collegio di direzione. La mancanza dell’organo di indirizzo, con componenti non nominati dall’azienda, renderebbe nullo l’intero atto.

ZUCCATELLI COMUNQUE IN USCITA DAGLI OSPEDALI CATANZARESI ED IN RITARDO SUGLI ATTI AZIENDALI. ADESSO IL 'RISVEGLIO' ANCHE AL PUGLIESE- Cosa succede dopo il botta e risposta fra azienda e ateneo? Adesso dipenderà dalle intenzioni di Zuccatelli, che dovrebbe rientrare in Calabria nelle prossime ore. È chiaro che se braccio di ferro sarà, conta la forza ‘politica’ attuale delle controparti. Il rettore è appena uscito rinfrancato dall’incremento delle borse e delle scuole di specializzazione di medicina, ottenuto con l'innalzamento 'nazionale' deciso dal ministro dell'Università e della Ricerca. Zuccatelli sa che tra un mese o massimo due dovrà comunque lasciare la guida del Policlinico (e del Pugliese). È in corso la procedura per l’individuazione, questa volta da parte della Regione e non più del governo e del commissario ad acta, dei nuovi direttori generali. Il manager (ex Agenas) è già con un piede e mezzo fuori perché già da qualche mese è formalmente in pensione e non figura nell’elenco nazionale degli idonei (i due requisiti che ne escludono l'ammissione). Non la condizione ideale per insistere su un atto così delicato. E' vero che lo stesso 'Decreto Calabria', da cui deriva la nomina di Zuccatelli, impone a lui (e gli altri commissari attuali) di adottare l'atto aziendale entro sei mesi dalla nomina, ma a parte il ritardo sui tempi, non è stato così risoluto con il Pugliese. Solo nelle ultime ore, nell'altra azienda ospedaliera catanzarese, se ne è ricominciato a parlare sul serio.

Di seguito i prospetti dell'atto di riorganizzazione

 

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