di ANTONELLA COMES
Ieri 31 marzo, ultimo giorno del mese ci ha salutati con tanta pioggia, ma non ha fermato la voglia di dare pioggia di gioia e di serenità anche se per un giorno. Il dottore Giuseppe Raiola, molto presente in tutto quello che riguarda l’”altro”, ha voluto organizzare insieme a Giovanna Sanseverino, titolare di Tenuta Calivello, bella cornice, appena fuori Catanzaro, del suo antico casale posto al centro della proprietà della famiglia Mazza-Sanseverino, ad Antonio Nicoletta, Antonella Comes e Ferdinando Sinopoli un pranzo solidale per un gruppo di 70 persone tra nonne, mamme e bimbi che sono ospiti a Catanzaro presso alcune abitazioni e strutture della Chiesa.
È stata una giornata perfetta perché piena di tante sorprese ma soprattutto di tanto amore. Siamo stati accolti da una corona di palloncini gialli e blu che rappresentavano la bandiera ucraina ed una giovane ragazza che con palloncini colorati e bolle di sapone faceva divertire i bambini. Il pranzo che è stato servito era degno dei matrimoni più belli, dagli antipasti di ogni genere, a due primi e due secondi e poi frutta e tanti dolci e tanta musica di sottofondo.
Ma non è finita qui: alla fine ogni bimbo e bimba ha ricevuto il suo regalo ed un sacchetto di dolci ed ogni donna una rosa. Con noi c’era anche la nostra amica Ylia che è sempre presente facendo da traduttrice e da collante con il suo popolo.
Sono orgogliosa di far parte di questo gruppo di amici che hanno aperto il loro cuore ad un popolo e in particolare ai bambini che si sono visti sradicati dai loro affetti, dal loro paese, dalle loro abitudini. Voglio ringraziare anche tutti coloro che pure se nell’ombra hanno fatto sì che questa giornata diventasse indimenticabile, i cuochi, i camerieri il maître che sono stati impeccabili.
Accogliere significa mettersi in gioco, rendere partecipi di qualcosa di proprio, significa offrirsi, infatti qualcuno ha detto che la "l'opera umana più bella è di essere utile al prossimo".
Cosa c'è di meglio del fare del bene, facendolo bene, condividendo una tavola comune in cui la prima pietanza è quella dello stare insieme, senza lasciare indietro nessuno?
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