di GIANPIERO TAVERNITI
Un viaggio nell’entroterra della Calabria jonica reggina, nella cittadina patria dei Bronzi che mezzo secolo fa furono ritrovati, nelle sue trasparenti e cristalline acque della frazione Marina, paesino conosciuto come il paese dei Santi Medici Cosma e Damiano, comunità molto devota che nell'ultima settimana di settembre li venera,ci ha riservato una gradita sorpresa artistica. Siamo a Riace, paesino silenzioso, che basa la sua economia sull’agricoltura,sulla pastorizia e piccolo artigianato, nelle sue terre produce diversi prodotti agricoli di qualità, nelle sue colline dell’ottimo olio di oliva, ma si distingue per la produzione delle sue amate fave che nella bontà della qualità, ci donano un gusto speciale e molto ricercato.
Un paesino che sembra nascosto, ma che fra le viuzze del borgo, ci regala quella tranquillità e pace che andrebbero condivise con più persone e tramandate continuamente alle comunità del globo che oggi vivono momenti atroci di sofferenza e guerra. Quella pace che espressa nell’arte della scultura del legno che ci trasmette Nicola Garaffa, regalandoci un pomeriggio umile, ma ricco d’arte, generata dalla passione, dall’hobby che con i suoi scalpellini tramuta in creatività. Incide radici di corbezzolo e di erika, oltre che legno di piante d’ulivo, d’eucalipto rosso, di ciliegio, d’arancio, di leccio, d’acacia, di nespolo, di gelso, di pero selvatico (pirojinaru) e dulcis in fundo di albero di noce.
Un’ anonimo pezzo di legno, che la creatività artistica di Nicola, gli fa conquistare un’identità, una forma espressiva che oggi in questa contemporaneità belligerante imperante,nel messaggio che ci regala ,non guasta di certi.
Non possiamo fare a meno di evidenziare un gradito messaggio di pace che un ’ opera del nostro artista riacese, ci trasmette, un messaggio importante che è arricchito dalla “civiltà” artistica che nelle scalpellate innocue del suo scalpellino lo modella, con cinque mani unite , che potrebbero rappresentare i cinque continenti del globo, nel segno della pace , all’unisono per l’Ucraina , stato europeo del vecchio continente , un tempo prima della caduta del muro di Berlino e della fine della guerra fredda, una delle repubbliche sovietiche dell’unione dell’ U.R.S.S. e che oggi invasa dalla Russia di Putin, patisce violenza e sofferenza.
L’auspicio della pace , dovrà essere il punto d’incontro di tutte quelle persone civili del globo e vivendo questa terra , non possiamo che cogliere questi messaggi di pace che s’impreziosiscono con l’arte che troviamo in questo grazioso borgo di Riace e dopo averlo visitato e vissuto a 360 °, non possiamo fare altro che ringraziare questo artista che ama la sua terra di Calabria e nel suo tempo libero crea delle opere artistiche di pregio, tramandandoci, regalandoci un’ identita’, un mestiere passato, un’arte che ha origine antica nella notte dei tempi e che si sta sbiadendo, ma che di fatto meriterebbe maggiore attenzione ed evidenza, cercando di unire questi artisti con le loro opere, in mostre espositive, affinchè sempre più cittadini e appassionati, possano rinfrescarsi di arte, in massima coesione e confronto pacifico-critico rappresentato dal messaggio di pace che questa opera d’arte ci suggerisce.
Grazie Nicola, per il pomeriggio che ci hai regalato, di sicuro la tua umiltà ci colpisce, ma di certo la tua arte che scolpisce la nostra storia, rafforzando l’identita’ artigiana, ci “incide”il cuore, come il tuo scalpellino, incide il legno, animandolo di civiltà, arte e di un bene prezioso che è molto facile da pronunciare , ma molto difficile da trovare e che ognuno di noi ha il dovere di cercare e pronunciare convintamente, PACE!
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