Premio Nazionale Astrea, Massimo Palanca celebrato come simbolo di passione e impegno

di VITTORIO PIO

Grandi emozioni per la cerimonia finale del Premio Nazionale Astrea, giunto alla sua sesta edizione presso il Chiostro di San Domenico, nel cuore antico di Nicastro. A fare gli onori di casa Massimo Mercuri e Piera Dastoli, davanti a un bel parterre di  autorità a partire dal Vice-Presidente della Giunta Regionale Filippo Pietropaolo, che è stato il primo a raggiungere il palco, facendo un consuntivo del lavoro sviluppato fino a qui.

Subito dopo è stata Doris Lo Moro, magistrato ed ex sindaco di Lamezia, a ricordare il credito con la giustizia che spetta ancora alle famiglie di Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano, i due netturbini vittime innocenti della 'ndrangheta, uccisi il 24 maggio del 1991 ed i cui mandanti ed esecutori, non sono peraltro mai stati individuati.

Una nipote quattrordicenne delle vittime, è poi salita sul palco per interpretare un sofferto brano dedicato  alla loro memoria. Un appello al senso etico e di impegno civile che deve guidare tutti i calabresi è stato poi evidenziato dal Sindaco Paolo Mascaro, dal Procuratore f.f. di Catanzaro Vincenzo Capomolla e dal Questore di Vibo Rodolfo Ruperti, encomiabili nella loro incessante attività a tutela del territorio, cui si è ispirato nel concetto di armonia di squadra per ottenere il massimo risultato, anche il beniamino del pubblico Massimo Palanca, che dal palco ha voluto ringraziare tutti i suoi compagni di squadra per la splendida riuscita di una carriera che solo a Catanzaro ha potuto significare ben 331 partite e 119, indimenticabili segnature, come sottolineato dalla giornalista Maria Rosaria Bazzano, che ha consegnato i riconoscimenti anche ad Adriano Banelli, anche lui campione di signorilità e Gaetano Fontana, che ha un pò riassunto i tratti fondamentali della sua parabola di calciatore: da ragazzino estremamente intimorito al cospetto dei tanti campioni che gli sfilavano davanti nel suo punto di osservazione privilegiato di quello che oggi è lo stadio intitolato al presidentissimo Nicola Ceravolo, fino al successo raccolto in piazze di prestigio come Firenze e Napoli.

Divertente anche l’intervento di Gerardo Sacco, Maestro orafo che dalla Calabria ha conquistato il mondo e ancora in invidiabile forma fisica, che ha narrato le fondamenta di un successo strameritato, messo in atto dagli insegnamenti di sua mamma che ancora risuonano nelle orecchie di un calabrese che nella vita si è poi imposto alla grande ornando con le sue creazioni anche Liz Taylor, fra le donne più affascinanti di tutti i tempi: “Siamo poveri, ma abbiamo una ricchezza straordinaria: la dignità, l’onestà, il rispetto delle regole.

È un patrimonio di inestimabile valore e, con il trascorrere del tempo, ne comprenderai sempre più l’importanza adoperandoti affinché diventi il riferimento della tua famiglia e dei tuoi figli”. Valori in linea con le tematiche del premio, che ha assegnato altri riconoscimenti a Raffaella Cosentino e Arcangelo Badolati per il giornalismo, Max Mazzotta per lo spettacolo e Lino Piricò per la sezione speciale “impegno e dedizione”. Per tutti grandi applausi con menzione di ulteriore merito per O Rey Massimo Palanca che non si è sottratto alle consuete manifestazioni di affetto di una platea che lo ha issato con pieno merito a vessillo di un’amore (quello per i colori giallorossi) che non tramonterà mai. “Anche con questa edizione - ha ribadito la Presidente del Premio Piera Dastoli - abbiamo inteso testimoniare ammirazione, gratitudine ed affetto a quelle personalità italiane che hanno offerto una testimonianza d’impegno, di coerenza e di coraggio particolarmente significativa nella propria azione sociale e politica contro la violenza e l’ingiustizia,  senza tralasciare il nostro plauso a personalità di successo di ambiti diversi, venuti anche da fuori regione”.

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