Preoccupazione dall'Ordine degli Architetti di Catanzaro per il nuovo Codice dei contratti

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  09 gennaio 2023 13:37

"Gli architetti catanzaresi esprimono viva preoccupazione per il nuovo Codice dei contratti, già approvato in via provvisoria dal Governo ed ora al vaglio delle commissioni parlamentari per il parere di competenza. Nel dicembre del 2022 abbiamo sottoscritto insieme ad altri 102 Ordini provinciali una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri affinché volesse tenere nella debita considerazione il parere di chi rappresenta circa 150.000 professionisti che, proprio con quel Codice dei Contratti, dovranno operare a presidio dei valori e interessi generali e nel superiore interesse sociale". Si legge in una nota dell'Ordine degli Architetti di Catanzaro.

"In tale quadro, - proseguono gli Architetti - se è vero come è vero che la nostra professione è “espressione di cultura e tecnica che impone doveri nei confronti della Società, che storicamente ne ha riconosciuto il ruolo nelle trasformazioni fisiche del territorio, nella valorizzazione e conservazione dei paesaggi, naturali e urbani, del patrimonio storico e artistico e nella pianificazione della città e del territorio”, ed ancora “che con la sua attività, il Professionista nel comprendere e tradurre le esigenze degli individui, dei gruppi sociali e delle autorità in materia di assetto dello spazio concorre alla realizzazione e tutela dei valori e degli interessi generali”, non possiamo esimerci dal chiedere agli organi preposti di tornare su decisioni che sviliscono, ove non cancellino completamente, quei concetti che con fatica gli Architetti italiani hanno inteso affermare, come la centralità del progetto nell’esecuzione delle opere pubbliche, il significativo ridimensionamento dello spazio conquistato dai concorsi di progettazione, la chiusura del mercato dei lavori pubblici a strutture professionali medio-piccole (ovvero quelle ampiamente più diffuse sul territorio nazionale) e eliminazione delle regole che premiavano il talento dei progettisti".

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"Ancora, la sostanziale scomparsa di ogni norma di calcolo dei corrispettivi - evidenziano - potrebbe spiacevolmente consentire alle stazioni appaltanti di sottostimarne l’importo, procedendo così con affidamenti diretti in luogo di procedure aperte, disattendendo così, e tristemente a norma di legge, le più elementari regole della trasparenza, dei principi dell’equo compenso e della dignità dei professionisti. Circostanza questa purtroppo nella città di Catanzaro tristemente nota a seguito dell’improvvido affidamento dell’incarico di redazione del P.S.C. giusto compenso pari ad 1€ e da cui ancora, dopo circa sette anni, non si vede strumento urbanistico".

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"Quell’atto diede luogo ad una vigorosa sollevazione dei professionisti italiani, - ribadiscono - i quali fortemente si opposero a quella logica, con gli esiti che purtroppo tutti rammentiamo. Ritrovarsi oggi a rivedere quei fantasmi non può che indurci alla forte presa di posizione che, ribadiamo, insieme ad altri 102 Ordini provinciali degli Architetti italiani, ci ha visti segnalare la nostra viva preoccupazione al Capo del Governo. I nostri giovani (di cui troppo spesso vediamo la fuga verso luoghi meno insensibili al loro talento e di cui ancor più spesso vediamo uno sterile quanto ipocrita dispiacere per la c.d. fuga dei cervelli), si troveranno di nuovo a fare i conti con concetti fuori dal tempo e dalla logica come fatturato e numero di dipendenti, che ne decreteranno ineluttabilmente l’impossibilità a partecipare ad una gara od ad un concorso di progettazione (o per lo meno quel che ne resterà)".

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"E forse tempo che il talento, la giustizia sociale, la qualità dell’Architettura (quella che ha fatto dell’Italia il paese che è o quanto meno che è stato) - concludono -  trovino il giusto spazio all’interno di quelle norme che saranno il menabò del nostro prossimo futuro. In alternativa sarà forse tempo di smetterla con i proclami che auspicano la rinascita e l’equità per un paese che in realtà pare pervicacemente voler andare verso la definitiva disfatta".

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