Presentata recentemente nella sala consiliare del Comune di Caraffa, una raccolta di fumetti in lingua arbëreshë ispirata alle tradizioni culturali delle comunità di origine albanese della provincia di Catanzaro.
I disegni presenti all'interno dell'opera sono stati realizzati da Massimo Sirelli, Elena Remolo ed Elisa Trapuzzano. Le vicende narrate all'interno dell'opera ruotano attorno alla figura di "Dhominika".
Si tratta di una donna in costume arbëresh con uno sguardo fiero come il condottiero albanese Skanderbeg. Dhominika diventa un inedito personaggio a fumetti che dà voce a una generazione sensibile alle tradizioni, alla storia e all’identità. E’ una giovane studentessa, ironica, schietta e desiderosa di salvaguardare le proprie radici, anche con elementi religiosi e di magia.
All'iniziativa di presentazione della raccolta dei fumetti hanno preso parte il sindaco di Caraffa Antonio Sciumbata, il presidente del consiglio comunale Serena Notaro, il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Girifalco Pasquale Cuzzola, l'assessore alla cultura della città di Lamezia Terme Giorgia Gargano, l'assessore alla cultura di Maida Angela Decio, il consigliere di Maida delegato di Vena Domenico Casalinuovo, il consigliere comunale di Gizzeria Saverio Maida, gli artisti Massimo Sirelli, Elena Remolo. Presenti all'evento, moderato dal giornalista Francesco Graziano, anche gli interpreti e traduttori Albana Alia, Luigi Comi e don Francesco Santo.
A portare il saluto del presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso è stato il capostruttura e portavoce Rosario Marziale. "Mi è particolarmente caro il tema delle minoranze linguistiche calabresi, - scrive Mancuso- sin special modo della minoranza arbëreshë, per diverse ragioni. Per quanto riguarda il progetto "fumetti arbëreshë ", esso rappresenta a mio avviso un perfetto punto di sintesi tra la trasmissione e l'innovazione della tradizione che, in questo modo, le permette di acquisire nuova linfa senza diluire la propria densità culturale o cristallizzarla in un'epoca sorpassata".
"Il mio plauso - prosegue il presidente del Consiglio regionale - va in particolar modo agli ideatori e agli artisti che hanno realizzato il progetto e che, proprio grazie alla forma più creativa dell'ingegno umano - l'arte - hanno saputo attualizzare le proprie radici culturali reinterpretandole attraverso una forma espressiva moderna e concepita per raggiungere un vasto pubblico. Vi annuncio - conclude Mancuso - con immenso piacere che prossimamente (il 31 dicembre) sarà pubblicata con diffusione nazionale una guida del gruppo Gedi (Guide di Repubblica) sugli Arbëreshë d'Italia, nella quale, grazie all'interesse del Consiglio regionale, la sezione di maggior rilievo è dedicata ai Calabro-arbëreshë : felicissima ibridazione culturale che ci rende fieri e orgogliosi".
"Ritengo sia venuto il momento di modificare ulteriormente la legge regionale 15 soprattutto per quanto riguarda le Fondazioni. E’ vero che Cosenza rappresenta la maggior parte dei comuni arbereshe della regione, ma nella nostra provincia ci sono realtà importanti per cui sarebbe opportuno pensare, non per campanilismo, all'istituzione, in sinergia con il Dipartimento di linguistica dell'Unical, di un centro di ricerca culturale arbereshe anche in questa area centrale della Calabria (area in cui oltretutto ricadono le comunità arbereshe della provincia di Crotone: Pallagorio, Carfizzi e San Nicola.Dell'Alto ndc) che altrimenti continuerà ad essere marginale". Una marginalità evidenziata, nel corso della presentazione dell'opuscolo "Fumetti arbëreshë", dal sindaco Antonio Sciumbata.
Alla rivendicazione del sindaco si è accodata anche quella della presidente del consiglio comunale di Caraffa e promotrice del progetto “Fumetti arbereshe", Serena Notaro. "La difesa della nostra identità - ha sottolineato - non può passare solo attraverso singoli progetti proposti dalle comunità e confidando su risorse irrisorie, ma avrebbe bisogno anche dell'autonomia scolastica che non può essere legata agli stretti numeri sulla popolazione in età scolare. I nostri comuni, riconosciuti come minoranze linguistiche, come tali devono essere tutelati. Orgogliosa per la nascita del progetto "Fumetti arbëreshë" - conclude Notaro - che ha generato un polo creativo di innovazione dei giovani talenti calabresi e delle istituzioni per la promozione del territorio e delle identità culturali.”. L'iniziativa si è conclusa con l'interpretazione del canto "Gjuha të desë" (Na jemi Na) da parte di Mariateresa Torchia e don Francesco Santo.