Nella splendida cornice di Montauro capoluogo, nei giorni scorsi, durante la presentazione del suo nuovo libro "Il Grifone", il procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri, tra i vari temi di stretta attualità, ha colto l'occasione per esprimere il suo disappunto riguardo alla rappresentazione della criminalità nelle serie televisive contemporanee.
Gratteri ha sottolineato come molte produzioni televisive tendano a glorificare il mondo dei criminali, tralasciando figure fondamentali come poliziotti, magistrati e insegnanti. "Se in un’ora di programmazione c’è solo violenza e non si vede un poliziotto o un magistrato, che messaggio si manda alla società?" ha affermato il procuratore. La sua preoccupazione si è accentuata quando ha citato il rischio che i giovani possano emulare comportamenti violenti, ispirati dai personaggi che vedono sullo schermo. "Se il giorno dopo vedo un ragazzino che imita il killer visto la sera prima in TV, c’è da preoccuparsi", ha aggiunto, evidenziando la responsabilità che i media hanno nel formare le percezioni e i comportamenti delle nuove generazioni.
Gratteri ha inoltre richiamato l'attenzione sulla necessità di una narrazione più equilibrata e veritiera, specialmente quando si parla di legalità e di figure emblematiche come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. "Non si può parlare di legalità e di Falcone e Borsellino se si avallano certi prodotti cinematografici", ha dichiarato, ponendo l'accento sull'importanza di una rappresentazione autentica e rispettosa della lotta contro la criminalità organizzata.
L'evento, che ha attirato un pubblico attento e interessato, ha offerto spunti di riflessione non solo sulla narrativa del crimine, ma anche sul ruolo della cultura nella formazione dei valori civili. Gratteri, con il suo impegno costante nella lotta alla mafia, continua a essere una voce autorevole nel dibattito su giustizia, legalità e responsabilità sociale.
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