Il dottore Molica, parlando del tema del congresso, ha evidenziato che si andrà a "discutere di una condizione di grande attualità, cercando il modo di rimodulare la gestione dei pazienti oncologici ed oncoematologici, in tempo di pandemia sanitaria da Covid-19"
12 novembre 2020 19:08di ENZO COSENTINO
E’ in dirittura d’arrivo la XIII edizione del Corso di formazione in Ematologia ed Oncologia. Un evento atteso dagli operatori di settore, e più in generale da tutta la classe medica e paramedica, che oramai si ripete annualmente con qualificate presenze per le relazioni in programma. Particolarmente atteso il Corso perché il tema è più che mai di viva attualità. E non poteva essere, del resto, diversa la scelta.
Il Corso si svolgerà in due giornate- 19 e 20 novembre- presso l’Hotel Lamezia. L’evento RES si svolgerà in videoconferenza secondo la normativa AntiCovid 19. Questa mattina in sede di conferenza stampa l’ideatore e cuore palpitante del Corso, il dott. Stefano Molica,. , coordinatore scientifico dell’evento ed ematologo Dipartimento Oncoematologia AOPC Catanzaro ha presentato nei dettagli il programma. La conferenza stampa si è svolta nelll’area esterna del Presidio ospedaliero “Ciaccio” di Catanzaro, denominata, molto significativamente “Giardino del Cuore”. Il dott. Molica nel suo intervento si è soffermato sui motivi ispiratore del tema scelto per questa XIII edizione: «Quello che stiamo vivendo da diversi mesi è un momento veramente di grande sovraccarico per il Sistema sanitario nazionale e regionale. .Nel corso del convegno, andremo a discutere di una condizione di grande attualità, cercando il modo di rimodulare la gestione dei pazienti oncologici ed oncoematologici, in tempo di pandemia sanitaria da Covid-19. Selezionare quelle che sono le terapie che interferiscono meno con il sistema immunitario, ad esempio, e che consentono di poter essere condotte con una certa sicurezza, senza aumentare il rischio di contagio per questi pazienti». Continuando, «Il messaggio che vogliamo lanciare attraverso l’evento è che anche nel Sistema sanitario calabrese c'è un gruppo di professionisti, in ambito di questo dipartimento, che sta pensando e sta cercando di mettere in atto delle procedure che consentono ai pazienti anche in questo momento particolarmente complesso, di continuare ad essere curati nella totale sicurezza e con standard qualitativi alti, ponendo attenzione anche nell’implementare la medicina di prossimità lì dove potrà essere attivato il servizio».
Sulla medicina di prossimità ha parlato in dottor Lino Puzzonia componente il direttivo - Ordine dei Medici Catanzaro, e già direttore di Ematologia AOPC Catanzaro: «Il concetto della medicina di prossimità in una disciplina in cui non è sempre facilissimo applicarla, sarebbe per i pazienti una novità straordinaria e clamorosa perché significherebbe che tante patologie potrebbero essere curate in maniera ottimale direttamente a casa del paziente». «In Calabria se riuscissimo a farlo in ematologia e in altre specialità, faremmo sicuramente una clamorosa attività per portare avanti una medicina perfettamente sostenibile non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista di qualità di vita del malato».
Il direttore sanitario del Presidio Ospedaliero “Ciaccio De Lellis”, Francesco Talarico, si è soffermato a ribadire che “Iniziative come queste restano fondamentali perché il medico possa seguire questo incessante tumultuoso evolversi verso il futuro. Noi abbiamo un’esigenza di carattere generale, il sapere medico-scientifico che evolve in maniera tumultuosa, soprattutto in campo onco-ematologico in cui ci sono grandi investimenti anche sul piano della ricerca e quindi di continua innovazione anche in termini di nuovi farmaci e di nuovi brevetti. Medici ed operatori sanitari hanno bisogno dell’aggiornamento per tenersi al passo con i tempi poiché, e la pandemia lo ha dimostrato, ci sono significative novità che devono essere studiate per approcciarsi al meglio con il paziente”. Il direttore di Ematologia, Luciano Levato ha rimarcato l’importanza del Corso in questi tredici anni di vita sotto il profilo della formazione in oncologia e ematologia per molti medici, infermieri e operatori del settore” e ha ribadito che «La capacità di migliorare negli anni di acquisire e gestire problematiche complesse, attraverso quanto appreso nei corsi di formazione in questi anni, porta soprattutto in questo periodo di pandemia che ha colto tutti di sorpresa, ad applicare percorsi sempre nell'interesse dei pazienti, che devono prevedere anche l'accesso degli stessi in ospedale -spesso senza la possibilità di essere accompagnati dai familiari – con possibilità di essere curati.”
La voce degli infermieri è arrivata nell’intervento di Ornella Rania coordinatore infermieristico Dipartimento Onco-Ematologico P.O. Ciaccio De Lellis «In questi duri mesi di pandemia – ha detto- abbiamo dovuto capire come trattare i pazienti in maniera del tutto nuova. Da subito abbiamo iniziato con dei percorsi distanziati per tutti i pazienti ed con una assistenza mirata, perché consapevoli che sono pazienti molto fragili e che soffrono tantissimo il problema psicologico creato da questo virus che ha portato scompiglio e reso noi operatori del settore inerti dinanzi anche ai provvedimenti dl prendere». E ha concluso la responsabile sel settore infermieristico del Ciaccio: “Grazie alla formazione acquisita anche in questi tredici anni di corsi: di aggiornamento, le direttive emanate dalla Direzione sanitaria e l’aiuto del ministero della Salute, “al “Ciaccio” siamo risuciti a mettere insieme una serie di provvedimenti per dare a questi pazienti la possibilità di continuare ad essere curati, anche distanziandoli dalla struttura ma mantenendo costantemente il contatto con loro sia telefonico che, attraverso l’invio di un infermiere che l’aiuto dato da varie associazioni di volontariato”
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