di CARLO MIGNOLLI
Ad un anno dall’istituzione della Camera di Commercio di Catanzato, Crotone e Vibo Valentia, è stato presentato questa mattina, 19 dicembre 2023, il primo rapporto sull’economia delle tre province di competenza dell’ente camerale, realizzato in collaborazione con il centro studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne”, traccia un quadro economico aggiornato.
L’incontro, moderato da Raffaella Gigliotti, responsabile dell’Ufficio di staff del segretario generale dell’ente camerale, ha visto la partecipazione del presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Falbo, del segretario generale, Ciro Di Leva e dei vicepresidenti dell’ente camerale Emilia Noce e Antonino Cugliari. Infine, Paolo Cortese, project manager del centro studi delle Camere di Commercio “G. Tagliacarne” e responsabile degli Osservatori sui fattori di sviluppo ha affrontato gli aspetti tecnici.
Il presidente Falbo ha dichiarato: “Vi era la necessità di presentare un primo report delle Camere di Commercio riunite di Catanzaro, Crotone e Vibo, perché spesso, istituzioni, enti e forze politiche, ci richiedono dei dati oggettivi del territorio che rappresentiamo. I dati sono quelli che attengono a circa 70 mila imprese che ricadono nella vecchia provincia di Catanzaro, così accorpata dal 3 novembre 2022. I dati sono emblematici, uno tra i più positivi riguarda il +0,3% e il delta positivo tra natalità e mortalità delle imprese, a fronte di un -1,1% che è la media italiana, quindi in controtendenza alle nostre latitudini, c’è una volontà e una voglia di fare impresa. Il reddito pro capite si attesta intorno ai 18.500 euro e il valore aggiunto dell’economia sale del 62,5%, in media con quello del nostro paese. Le tre province si muovono in maniera abbastanza omogenea, ci sono soltanto delle piccole differenze. Un aspetto da migliorare è il turismo, perché abbiamo commercio e costruzioni che sono in crescita costante”.
Cortese ha aggiunto: “Nel 2022 le tre provincie hanno avuto una crescita molto importante, frutto di un percorso evolutivo e di ristrutturazione del tessuto imprenditoriale. Si diffondono le società di capitale, aspetto molto importante, e, di conseguenza, si riducono le ditte individuali, che rappresentano ancora la maggioranza del settore produttivo. Si riducono le filiere e le imprese si posizionano su settori con maggiore capacità di crescita, proprio per questo abbiamo risultati favorevoli sul mercato del lavoro, ancora caratterizzato da importanti divari con il nord del nostro Paese. Ci sono dei gap molto importanti da sanare in merito alla differenza di occupazione maschile e femminile e al tasso di disoccupazione. Abbiamo dei risultati favorevoli per quanto concerne le filiere di costruzioni e immobiliari, ma anche sui mercati internazionali e in alcuni settori del terziario. Purtroppo vi sono degli elementi negativi: la ricchezza prodotta in agricoltura e il turismo, aspetto altamente migliorabile perché le potenzialità ci sono”.
Il rapporto ha offerto un quadro aggiornato dell’economia e dell’evoluzione del sistema produttivo con particolare interesse su mercato del lavoro, commercio estero, credito e turismo. All’interno del report vi sono illustrate le previsioni demografiche al 2031: i residenti saranno 621,8 mila (-31 mila), quindi una flessione del 4,8% e l’indice di vecchiaia si attesterà al 240%, in crescita di oltre 61 punti percentuali.
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