“Il Pride non è soltanto una festa, è una chiamata alle responsabilità per le istituzioni, per la politica e per ciascuno di noi. La retorica reazionaria e populista di certi ambienti politici di destra che attaccano frontalmente i diritti civili, rischia di vanificare il decennale percorso di lotte e di conquiste.
Non è soltanto una parata di colori bensì un simbolo vivo di lotta e rivendicazione di diritti e giustizia sociale con lo scopo di abbattere ogni forma di discriminazione e di costruire una società in cui tutti e tutte indipendentemente dal proprio orientamento sessuale o identità di genere possono vivere dignitosamente.
Il Pride nasce da un atto di ribellione che porta con sé un messaggio politico: non c’è libertà senza uguaglianza.
Ecco che la sfida dell’odierna classe dirigente consiste nell’essere accanto alle persone LGBTQIA+ nella battaglia per i diritti sociali, civili e sanitari. Manca, infatti, una legge contro l’omotransfobia, la carriera lavorativa è spesso ignorata o ostacolata e l’accesso alle cure, soprattutto per le persone trans, resta irto di ostacoli.
Il diritto alla salute, in particolare alla salute sessuale, è volutamente ai margini del dibattito. Non è un privilegio ma rappresenta piuttosto una necessità da fronteggiare politicamente come peraltro ribadito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che considera il diritto alla salute sessuale come un diritto umano, sottolineando l'importanza della sessualità nel benessere complessivo della persona.
Tuttavia, ancora oggi nel nostro Paese non si possono sottacere le enormi difficoltà che incontrano le persone LGBTQIA+, sex worker, segnatamente all’accesso alle cure, basti pensare, ad esempio, ai test rapidi ed alle informazioni corrette per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili.
E’ compito dello stato dunque, intercettare tali bisogni e fornire risposte adeguate nell’ambito di una società in continuo divenire e alla persistente ricerca di equità sociale.
Non c’è giustizia senza eguaglianza, non c’è progresso senza diritti e non c’è libertà senza inclusione.
Se ne faccia una ragione chi ancora una volta, negando o disconoscendo i diritti degli altri, ha perso un’occasione per non dimostrare la propria ignoranza dal sapore populista perché indietro non si torna.
Road to Pride Catanzaro 2026”.
Lo scrive in una nota Gregorio Buccolieri, Consigliere Comunale di Catanzaro.
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