Privatizzazione Sacal. Abramo attacca: "Negligenza di Spirlì". Che risponde: "Dice il falso, Catanzaro non ha ricapitalizzato"

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  14 novembre 2021 21:22

Botta e risposta tra il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e l'ex presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì.

Sulla vicenda della privatizzazione della Sacal, ieri il primo cittadino del capoluogo e presidente della provincia ha parlato di "negligenza di Spirlì che non ha più seguito la pratica". Oggi Spirlì ha risposto a tono: "Abramo riporta palesemente delle circostanze non vere, perché: il Comune di Catanzaro e la Provincia di Catanzaro hanno scelto di non ricapitalizzare, circostanza che confligge con la sua dichiarazione di ritenere la partecipazione in Sacal strategica per Catanzaro… quale ente ritiene strategica una partecipazione e poi non ricapitalizza?"

"Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a proposito della Sacal, ha parlato di precise responsabilità politiche e professionali. La Lega, anche attraverso i propri professionisti, ha trasmesso ogni più utile informazione su quanto accaduto al presidente Occhiuto e si è posta al suo fianco da subito per tutelare la posizione della Regione sulla gestione degli aeroporti calabresi". Lo afferma, in una nota, Nino Spirlì, ex presidente facente funzioni della Regione.

"Tuttavia, quando già Roberto Occhiuto era stato nominato presidente - aggiunge Spirlì - sono emerse situazioni e rilevate condotte personali da parte della 'governance' della Sacal di certo contrarie alla legge, soprattutto per la reticenza nei confronti dei soci rispetto a quanto contestato dall'Enac. È chiaro il riferimento del presidente Occhiuto ai vertici della Sacal che, è giusto dirlo, sono stati nominati dalla Regione e hanno completamente tradito la fiducia data a vantaggio del socio privato una volta compreso che le circostanze avrebbero portato al controllo da parte del privato. Come contestato dal presidente Occhiuto, si tratta di comportamenti 'contra legem' che verranno contestati nelle sedi opportune, riponendo massima fiducia nell'attività di governo regionale che saprà ripristinare legalità e porre al centro della discussione l'unico interesse pubblico, che è rappresentato da una gestione efficiente degli aeroporti calabresi". 

Al Corriere della Calabria, Spirlì ha aggiunto che "Inoltre, ci si ricordi che Catanzaro ha anche un diritto di nomina di un membro del cda insieme con la Camera di commercio e la Provincia di Catanzaro. La ricostruzione dell’incontro e dell’impegno della Regione ad acquistare le quote non optate da parte del Comune e della Provincia di Catanzaro – aggiunge ancora – è una ricostruzione faziosa e inverosimile, anche perché quanto detto è contrario alla legge. Tutti i soci partecipano alla divisione delle azioni non sottoscritte dagli altri soci in un aumento di capitale, pertanto la Regione si sarebbe potuta limitare a sottoscrivere pro-quota le azioni non optate dagli altri soci. Poi, Abramo strumentalizza la mancata sottoscrizione delle azioni non optate nella seconda e terza tranche dell’aumento di capitale da parte della Regione, ma dimentica di ricordare come tale mancata sottoscrizione non sia dipesa dalla decisione dell’organo politico, come per il Comune di Catanzaro a guida Abramo, ma per l’indizione delle elezioni nell’agosto 2021, che ha determinato l’impossibilità per legge di convocare il Consiglio regionale nei 45 giorni antecedenti alle elezioni, circostanza che ha reso impossibile seguire l’aumento di capitale per l’ente regionale. Non si tratta di alcuna mancanza di volontà o incapacità, ma di un evento che ha reso impossibile per la Regione seguire l’aumento di capitale. Nota a latere: anche l’ipotesi di acquistare le quote di Catanzaro è inverosimile, nessun socio può acquistare le azioni di un altro socio senza che scatti il diritto di prelazione per tutti i soci, compresi quelli privati. La circostanza che sottoscrive le azioni dell’aumento di capitale – continua Spirlì – non sarebbe stato un rischio di danno erariale per gli enti è comprovato dalla scelta fatta dal commissario prefettizio di Lamezia Terme, Giuseppe Priolo, che anche per soli 150mila euro ha sottoscritto la prima tranche nei limiti delle disponibilità che aveva. Difficile ritenere che vi sia un rischio erariale su una condotta che viene eseguita anche da una commissione prefettizia di nomina statale, peraltro di altissimo standing nazionale. Piuttosto – afferma Spirlì – gli enti che non hanno difeso il proprio investimento e hanno permesso poi al socio privato di raggiungere il controllo dell’Assemblea non dovrebbero dormire sonni così tranquilli sotto il punto di vista del danno erariale. Infatti, dice bene Abramo che i Comuni non dovrebbero investire in società che non portino un interesse alle casse comunali. Ma Abramo si è mai chiesto perché un privato sia disponibile a investire oltre 12 milioni di euro in una società, se non ritenesse che possa ricavarne utili? Di quegli stessi utili ne gioveranno gli altri soci e pertanto anche quelli pubblici”.

A stretto giro arriva la risposta di Abramo: "Premesso che non sono assolutamente interessato a innescare guerre personali con Nino Spirlì, leggo con dispiacere le dichiarazioni rilasciate dall’ex governatore reggente sulla vicenda che coinvolge Sacal. Quanto da me dichiarato nella giornata di ieri corrisponde a quanto accaduto nel corso della riunione svoltasi tempo fa in Cittadella, da me stesso voluta per sventare il rischio che Sacal finisse nelle mani del privato. In quell’occasione, tutti i partecipanti siamo stati tranquillizzati dalle parole rassicuranti dell’ex presidente ff circa la non volontà da parte della Regione di permettere la scalata al privato . La serenità infusa a tutti noi nel corso di quell’incontro, Nino Spirlì l’ha fatta approdare anche in Consiglio regionale, nel corso della seduta del 28 luglio scorso, allorquando dichiarava: “L’iter di approvazione dell’aumento del capitale, così come concordato con i soci di parte privata, che abbiamo avuto modo di incontrare più volte e in più sedi, permetterà di mantenere la maggioranza pubblica del capitale”. A questo punto nessuno poteva immaginare quello che oggi i fatti raccontano. E, adesso, Spirlì non può puntare l’indice contro qualcuno e, nello specifico, contro il sottoscritto se rispetto alle sue dichiarazioni, fatte pubblicamente in Consiglio regionale, è avvenuto l’esatto contrario con la maggioranza del capitale che è finita nelle mani del privato. A prescindere dalle sue considerazioni personali su quanto fatto da Comune e Provincia di Catanzaro che rimangono sue e non mi trovano per nulla d’accordo, concludo ribadendo che era impossibile per chiunque percepire il benché minimo problema rispetto al mantenimento pubblico delle quote dopo le rassicurazioni rese pubblicamente da Spirlì. E se ad un certo punto il percorso di serenità tracciato era stato compromesso per qualsivoglia motivo, perché l’ex presidente ff non ha ritenuto opportuno informarci? Concordo con Spirlì solamente laddove afferma che si ripone piena fiducia  nell’attività del governo regionale, che saprà muoversi con la massima competenza come ha già dimostrato in questo avvio di legislatura”.

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