Processo 'Aemilia'. 91 condanne in appello, confermati 2 anni per l'ex calciatore della Juve e della Nazionale, Iaquinta

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images Processo 'Aemilia'. 91 condanne in appello, confermati 2 anni per l'ex calciatore della Juve e della Nazionale, Iaquinta

Per lui i giudici hanno in ogni caso disposto il beneficio della sospensione condizionale della pena

  17 dicembre 2020 20:33

Tiene in buona sostanza l'impianto accusatorio, in particolare sul riconoscimento dell'associazione 'ndranghetistica emiliana legata alla Cosca Grande Aracri, con epicentro a Reggio Emilia, già peraltro confermata da pronunce passate in giudicato.

Ma si riducono in modo significativo le pene, da oltre 1.200 anni di carcere complessivi del primo grado a circa 700 anni secondo, e si contano anche alcune assoluzioni di rilievo. Dopo un appello-maratona con più udienze settimanali da febbraio nell'aula bunker realizzata appositamente nel carcere bolognese della Dozza è arrivato al termine per 118 imputati il processo 'Aemilia' per tutti quelli che hanno scelto la via del dibattimento. L'abbreviato, che ha visto a processo quasi tutti i capi dell'organizzazione, è invece già concluso con sentenze in Cassazione.

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Il più famoso di tutti i personaggi rimasti a giudizio, anche se la sua posizione è marginale negli atti, è quella del campione del mondo Vincenzo Iaquinta: l'ex calciatore della Juventus e della Nazionale si è visto confermare la condanna a due anni inflitta in primo grado per un'irregolarità nella custodia di armi. Per lui i giudici hanno in ogni caso disposto il beneficio della sospensione condizionale della pena.

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Più pesante la posizione del padre, l'imprenditore Giuseppe Iaquinta, che a Reggio Emilia era stato condannato a 19 anni per associazione mafiosa e a cui i giudici di appello oggi hanno ridotto a 13 la pena. Tra gli assolti c'è l'imprenditore Gino Gibertini (8 anni in primo grado) l'unico per cui anche la Procura generale aveva chiesto l'assoluzione.

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"Come suoi avvocati, ci siamo battuti dal primo giorno per ottenere questo risultato. Dopo la condanna in primo grado, abbiamo rinnovato i nostri sforzi, fino al risultato di oggi, che ci gratifica e ci riempie di gioia e di orgoglio professionale", hanno commentato i difensori, gli avvocati Tommaso Guerini e Luca Pastorelli.

Tra i condannati, Michele Bolognino, per cui erano stati chiesti 28 anni, è stato condannato a 21 anni e tre mesi, mentre Gaetano Blasco si è visto comminare una pena di 22 anni e 11 mesi contro i 25 anni e 6 mesi chiesti dall'accusa. Sconti anche per Alfredo e Francesco Amato, per i quali era stata chiesta la conferma dei 19 anni e 19 anni e un mese decisi dai giudici di primo grado: i due, infatti, sono stati condannati rispettivamente a 17 anni e a 16 anni e 9 mesi. Tra gli altri accusati di associazione mafiosa, Eugenio Sergio è stato condannato a 13 anni e 8 mesi contro i 17 anni e 6 mesi chiesti dall'accusa, mentre per Giuseppe e Palmo Vertinelli le pene sono, rispettivamente, di 16 anni e 4 mesi e 17 anni e 4 mesi. Sostanzialmente confermata la pena per l'imprenditore modenese Augusto Bianchini, condannato in primo grado a nove anni e 10 mesi, ha riportato una nuova condanna a nove anni.

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