Processo Alibante, in Appello confermata l'improcedibilità per Palermo e Marchionne

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La Corte d' Appello di Catanzaro
  18 giugno 2024 13:06

La Corte di Appello di Catanzaro (Prima Sezione Penale) ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Lamezia Terme il 5 settembre 2022 nell'ambito dell'operazione "Alibante". Questa decisione aveva accolto l’eccezione di improcedibilità sollevata dagli avvocati Aldo Ferraro e Vincenzo Galeota, difensori degli imputati Vittorio Palermo e Vittorio Macchione, coinvolti nell'inchiesta “Alibante” della DDA di Catanzaro contro la cosca Bagalà.

Gli avvocati Ferraro e Galeota avevano contestato la «improcedibilità dell’azione penale» contro i loro assistiti, argomentando che per gli stessi fatti era già stato celebrato un procedimento penale conclusosi con un decreto di archiviazione il 28 novembre 2016, mai riaperto o revocato. Tale decreto impedisce nuove indagini sugli stessi fatti e soggetti, a meno che non venga rilasciata una specifica autorizzazione motivata dal Giudice per le Indagini Preliminari, richiesta dal Pubblico Ministero. In questo caso, secondo i difensori, tale autorizzazione non era stata ottenuta.

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La Procura aveva proceduto contro Palermo e Macchione per associazione mafiosa senza aver richiesto l’autorizzazione necessaria per riaprire le indagini archiviate nel 2016, creando un impedimento tecnico alla contestazione del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso per il periodo coperto dall'archiviazione. La Corte d’Appello ha quindi confermato la validità delle eccezioni sollevate dai legali Ferraro e Galeota e la decisione del Tribunale di Lamezia Terme.

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