Processo Breakfast, parla Speziali: "La verità emerge, però a me, innocente, hanno fatto un spot gratuito"

Mentre la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha rinviato al prossimo 14 dicembre l’udienza del processo scaturito dall’operazione ‘Breakfast’, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria,  parla Vincenzo Speziali che nel procedimento ha patteggiato a 10 mesi (senza menzione della pena) per procurata inosservanza della pena senza nessun aggravante contestato. 

 Vincenzo Speziali, come ha vissuto questa prima udienza in Corte d'appello del processo Breakfast?

"Ad onor del vero me lo ha fatto ricordare lei adesso, e comunque, lo vivo con il medesimo stato d'animo del Marchese del Grillo di Sordi, cioè il disilluso disincanto -seppur amaramente ironico!- nel mentre si imbatteva in un vespasiano qualunque. Per me, l'importante, è il procedimento libanese, dove quando sarò convocato -mi auguro a breve (e per come deve essere)- parlerò e testimonierò. Dicendo la verità e confermando, rigo per rigo, quanto hanno scritto e disposto gli inquirenti italiani, i quali poi lo hanno, per l'appunto, confermato nei documenti ufficiali. Ma davvero, chicchessia, pensava che le cose non sarebbero poi giunte, innanzi al giudice naturale, ovvero il Tribunale di Beirut? E poi, è mai possibile non considerare il Trattato Bilaterale Italo libanese? Io lo dico da anni, ma ora, tutto potrebbe essere definitivamente chiarito, così si potrà certificare come il sottoscritto sia parte lesa, anche rispetto a quanto subito, assieme a moglie e figli: degli altri, non mi importa niente e nulla!"

 Traspare amarezza, nelle sue parole. Però il Tribunale di Reggio Calabria si è già espresso in tal senso.

"Certamente, come no? Infatti, capziosamente -almeno secondo, non solo il mio punto di vista, bensì le autorità libanesi!- nessuno capiva a Beirut, come la Procura 'cafieranreggina', potesse indagare su un cittadino italiano che avrebbe, interferito-cito testualmente- "nelle potesta` di uno Stato Sovrano, individuato nella Repubblica del Libano". Mamma mia che potere che ho: quasi quasi ci credo pure! In ogni modo, durante il mio interrogatorio -che sarà fissato a giorni, quindi che nessuno pensi di farmi scherzetti per non farmi giungere lì, poiché chiederei, comunque, di essere interrogato dall'Italia per videoconferenza (e come prevede lo stesso Trattato Bilaterale, denunciando, a livello internazionale, un'aggressione violenta e preventiva, nei miei riguardi)- dicevo durante l'interrogatorio suggerirò (ironicamente) la verifica geopolitica del distretto della Corte d'Appello di Reggio Calabria, alfine di certificare il suo passaggio o la relativa acquisizione (ma anche conquista, più dei russi in Ukraina) al territorio del Libano. Aggiungo che lì, però, nessuno mi ha mai contestato ciò (e se per questo, nemmeno altro di più, in palese contraddizione con cafieriani e lombardiani vari), ma il tutto e emergerà. Poi l'organo preposto, ovvero -lo ripeto e lo ribadisco!- non certo io, bensì il giudice naturale e territorialmente competente, sarà a pronunciarsi, pure in contumacia, rispetto ai convenuti o con gli stessi tali (o parte di essi) che potrebbero accampare immunità varie o vizi di notifica. Nossignore, non funziona così, perciò costoro venissero e spiegassero, sennò si procede, coerentemente a quanto la legge e il Trattato prevedono e impongono. E, i soggetti interessati, soni tanti, tanti, tantissimi, persino qualche mio ex legale, romano d'adozione e locrese di nascita. Lei, che mi conosce bene, crede che il sottoscritto abbia paura? Suvvia, se un maligno dovesse incontrarmi, sarebbe lui ad aver timore, perché io ho fede in Dio e non mi spaventa nulla. Sono di Bovalino: sismo gente, caratterialmente, solida"..

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