La testimone di giustizia rende dichiarazioni spontenee in udienza a Catanzaro e riferisce di alcune minacce velate ricevute dal figlio maggiorenne
12 maggio 2025 12:47di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
"Io e la mia famiglia siamo esposti al rischio senza alcuna protezione". A riferire le parole delle testimone di giustizia Luigina Marchio, imputata nel processo Karpanthos e moglie di Vincenzo Antonio Iervasi anche lui imputato e collaboratore di giustizia, è l'avvocatessa Rita Cellini che assiste legalmente la donna residente da molti anni in Piemonte con la sua famiglia.
LA PRIMA DENUNCIA DI LUIGINA MARCHIO SU LA NUOVA CALABRIA
“Luigina Marchio ha reso dichiarazioni spontanee nel corso dell'udienza odierna in svolgimento a Catanzaro - che vede coinvolti 52 imputati nel processo alle cosche della Presila e in particolare di Cerva e Petronà, ndr - anticipando argomentazioni per cui si ritiene che la stessa e il suo nucleo familiare siano altamente esposti al pericolo".
L'avvocatessa Cellini racconta che "la testimone di giustizia ha ribadito che il marito aveva iniziato la sua collaborazione, ma poi non si è fatto più nulla probabilmente perché ritenuto non meritevole di essere accolto nella lista dei collaboratori di giustizia, nonostante avesse reso dichiarazioni e accuse di cui ci sono i riscontri utilizzati nel procedimento che si sta celebrando".
La signora Marchio, "nel ribadire la sua posizione in sede di dichiarazioni spontanee - prosegue il legale di fiducia - si è difesa per quanto riguarda il capo d’imputazione contestato, ma poi ha ampliato il discorso proprio in merito alla gestione della sua posizione e del suo nucleo familiare. La stessa si è sempre resa disponibile con gli uffici di Procura ad argomentare alcuni fatti di cui è a conoscenza e ha addirittura allertato il giudice, tant’è che lo stesso Giudice ha chiesto che l’ufficio di Procura assuma delle posizioni riguardo ad alcune minacce che il suo nucleo familiare riceve".
Di recente, infatti, pare che "il figlio maggiorenne sia stato avvicinato da alcuni esponenti che vivono al nord proprio nei giorni precedenti a questa udienza - prosegue Rita Cellini - e hanno riferito al ragazzo espressamente “ci saluti la mamma”, quasi a volere dire in gergo ‘ndranghetistico di stare attenta a quello che fa e a quello che dice".
La signora oggi ha subito un malore ed è "in attesa che si faccia un intervento anche per capire il da farsi e l’ufficio di Procura sta aspettando una risposta per capire come ci si debba muovere".
Inoltre, prosegue il legale, "le dichiarazioni accusatorie ed eteroaccusatorie del marito sono calate nel procedimento, ma non godono di alcuna protezione. La signora Marchio ha manifestato davanti al Giudice la sua esposizione al rischio e al pericolo e alla necessità di intraprendere un percorso che sia definitivo per la stessa, anche perchè ha espressamene detto di non temere per la sua vita, ma per quella dei suoi figli oggi maggiormente esposti".
Per quanto riguarda il suo capo d’imputazione, conclude Cellini, "si è difesa sostenendo e dimostrando, come poi si potrà fare in sede di discussione, che la attività gestita da lei da oltre 10 anni non è frutto di intestazione fittizia, ma una reale attività che viene ancora oggi attiva tant’è che non è stata attinta da alcuna misura di prevenzione e la signora ancora lavora nella stessa attività che era prima del marito".
LEGGI QUI I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE KARPANTHOS E I NOMI DEGLI IMPUTATI
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736