La seconda sezione penale della Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti da Vincenzo Puntoriero, 69 anni, commerciante di Vibo Valentia, e Domenico Franzone, 66 anni, anche lui di Vibo, all’esito del processo nato dall’operazione antimafia denominata ‘Mbasciata.
La condanna finale confermata dalla Suprema Corte è pari a 3 anni e 4 mesi a testa, più quattromila euro di multa a testa.
Tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso il reato per il quale i due imputati sono stati riconosciuti colpevoli per aver preteso da due imprenditori una tangente pari al 5% dell’appalto per i lavori di ripristino della condotta fognaria nella città di Vibo Valentia.
Elemento probatorio cruciale nelle investigazioni, condotte dall’Arma dei carabinieri con il coordinamento della Dda di Catanzaro, i dialoghi registrati dai due imprenditori von gli estorsori e consegnati agli inquirenti. Dialoghi che hanno accertato i tentativi di “avvicinamento” delle vittime con metodo mafioso e sono serviti per incastrare gli estorsori che avrebbero agito per conto dei locali clan della ‘ndrangheta.
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