Condanne per boss e politici nella sentenza del Tribunale collegiale di Vibo Valentia al termine del maxiprocesso nato dall’operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata "Petrol Mafie", alla quale si è unito lo stralcio di Rinascita Scott per quanto riguarda la posizione del boss Luigi Mancuso, 69 anni, di Limbadi, ritenuto a capo dell’intera ‘ndrangheta del Vibonese. Per lui la condanna a 30 anni di reclusione al pari dell’imprenditore, attivo nel settore degli idrocarburi Giuseppe D’Amico di Piscopio, frazione di Vibo, cugino dell’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia Salvatore Solano, attuale sindaco di Stefanaconi, quest’ultimo condannato a un anno per corruzione elettorale in concorso con D’Amico.
Fra le altre condanne più significative: 10 anni e un mese per l’ex consigliere comunale di Vibo Francescantonio Tedesco; 10 anni e 2 mesi per il boss Francesco Mancuso di Limbadi: 12 anni e 2 mesi per Silvana Mancuso; 15 anni per Antonio Prenesti; 18 anni e 10 mesi per l’imprenditore Antonio D’Amico. L’inchiesta Petrol Mafie ha fatto luce sulle ingerenze delle organizzazioni criminali calabresi, siciliane e campane nel settore del traffico di idrocarburi. Fra le costituite parti civili del processo anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’Interno, la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia.
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