Processo “Recovery”, la Cassazione annulla la sospensione per il finanziere Dattis: vacillano le accuse

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La Suprema Corte di Cassazione
  25 novembre 2024 09:34

La decisione della Suprema Corte di Cassazione  rischia di ribaltare in modo significativo alle accuse avanzate dalla Dda di Catanzaro contro il finanziare Enrico Dattis, aprendo la prospettiva che questi possa essere fuori dalle accuse già in sede pre-processuale.

In accoglimento delle istanze e delle argomentazioni difensive elaborate dagli avvocati Nicola Rendace e Giovanni Carlo Tenuta, la Cassazione ha annullato, con rinvio, l’ordinanza emessa dal gip di Catanzaro.

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Tale provvedimento, parte integrante dell’inchiesta della Dda nota come “Recovery”, aveva previsto la sospensione dal servizio per un anno nei confronti di Dattis. Nei vari interventi dinanzi al gip e successivamente in sede di Riesame presso il Tribunale di Catanzaro, gli avvocati difensori avevano sollecitato lo svolgimento di indagini integrative. Queste erano finalizzate a comprovare la totale estraneità dell’imputato ai fatti che gli erano stati contestati.

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I legali difensori hanno sottolineato come il finanziare, dichiaratamente privo di qualsiasi collegamento operativo con Cosenza – sede dalla quale, secondo le accuse, si sarebbero potute ottenere informazioni utili all’indagine – non potesse essere identificato come la “talpa” sospettata. Infatti, la completa assenza di servizio nella città permetteva di escludere ogni sua possibile interferenza o conoscenza in merito alle investigazioni, che avevano come obiettivo di far emergere collegamenti con la cosca Patitucci.

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Questa decisione della Cassazione mette pertanto in discussione la fondatezza delle accuse mosse nei confronti di Dattis, aspetto che potrebbe portare alla sua assoluzione ancor prima dell’apertura del dibattimento in aula.

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