"L’aula bunker alla Fondazione Terina si farà. Ed è una buona notizia per l’amministrazione della giustizia calabrese, per l’ulteriore messaggio contro la mafia che così parte dalla nostra terra, per il buon senso e per la nostra città. Quel che stona è l’ennesimo intervento fuori posto che sul tema ha fatto il COA - Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro con l’annuncio che si tratterebbe di una sistemazione del tutto provvisoria e limitata per tre anni al solo maxiprocesso Scott Rinascita". E' quanto scrivono in una nota Italia Nostra, Cittadinanzattiva, Comitato Lamezia 4 Gennaio, Osservatorio Sociale San Nicola, Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, Altrove, Comitato Malati Cronici, Amolamezia, Comitato Lavoro Sanità Sicurezza, Tribunale del Malato, Vento d’Europa, Comitato Difesa dei Consumatori.
"Intanto - proseguono le associazioni- non si comprende perché ed a quale titolo sia il COA di Catanzaro a dare un annuncio di tal genere. E poi sorprendono le motivazioni che esso (e ci auguriamo solo esso) dà circa la “necessità” che la struttura sia solo provvisoria e che dopo la celebrazione di quel processo l’aula bunker “ritorni” in quel di Catanzaro".
"Il costo per adeguare il capannone della Fondazione Terina ad aula bunker non sarà affatto irrisorio - sostengono-. Sono soldi della collettività che vanno necessariamente spesi, ma che possono e devono trasformarsi addirittura in un risparmio per il bilancio statale e per l’ambiente, se solo si pensi al risparmio economico e di CO2 che si otterrà evitando continue trasferte verso Roma e Palermo di magistrati, avvocati, funzionari, imputati e parti civili come quelle attualmente in corso per altri maxiprocessi. Il COA di Catanzaro ovviamente sorvola sul tema, ma da qui a poco si dovrà comunque celebrare a Roma a causa della mancanza in Calabria di un’aula bunker adeguata l’udienza preliminare del maxiprocesso Malapianta contro la mafia crotonese, con assai meno imputati dello Scott Rinascita. Ed evidentemente il COA ed altri ambienti catanzaresi preferiscono che si celebri a Roma piuttosto che a Lamezia, costi quel che costi!".
"Una pretesa che sembrerebbe maturata a dispetto e che invece nasconde l’interesse corposo del “business” professionale e non solo che ruota intorno a tali maxiprocessi. Soprattutto una pretesa di imporre la provvisorietà della scelta di Lamezia e il “rimpatrio” a Catanzaro dell’aula bunker che è fondata di fatto sul nulla. Il codice di procedura penale dispone che tutti i processi e soprattutto quelli di mafia (quando ci sono le aule idonee allo scopo) si celebrino dove sono accaduti i fatti e si sono radicate le ‘ndrine che vengono processate e si spera smantellate. E’ solo l’udienza preliminare (una fase processuale di solito veloce e sbrigativa e comunque breve) che si dovrebbe tenere nella sede della Procura distrettuale antimafia che per la Calabria a nord della provincia di Reggio ha sede in Catanzaro. E dunque nessuna sede naturale di questi maxiprocessi a Catanzaro e nessuno scippo da parte di Lamezia al capoluogo. Solo becero - concludono-, ma come abbiamo visto sopra interessatissimo, campanilismo".
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