Progetto “Estate in carcere”, Silvia Vono visita l'istituto penitenziario di Vibo Valentia

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images Progetto “Estate in carcere”, Silvia Vono visita l'istituto penitenziario di Vibo Valentia

  20 settembre 2024 15:35

di FRANCESCO IULIANO

«Per l'Istituto Penitenziario di Vibo Valentia, è necessario mantenere un livello di attenzione sopra la media, considerato gli episodi di violenza che non sono mancati nei vari periodi di questo ultimo anno ed il suicidio, nell’aprile scorso, di un detenuto di origine straniera, che si è impiccato nella cella dov'era detenuto. Con riguardo alle condizioni delle istituti penitenziari italiani, anche in Calabria la situazione non cambia. Le criticità segnalate sono simili a quelle degli altri Itituti». 

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Lo ha detto l’onorevole Silvia Vono al termine della visita effettuata nei giorni scorsi nella casa circondariale di Vibo Valentia, accompagnata dal Garante regionale per i diritti delle persone detenute o private dalla libertà personale, Luca Muglia.

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Una visita che rientra tra le attività di “Estate in carcere”, il progetto nato da un’idea delle direzioni politiche di Forza Italia e del Partito Radicale.

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«Nel carcere di Vibo Valentia - ha proseguito Silvia Vono -, oltre ai vari disagi dovuti ad una struttura che presenta evidenti segni di usura ed anche di trascuratezza, ci sono le difficoltà di un’area sanitaria molto limitata se non del tutto assente con un intervento dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, carente anche nella fornitura di materiali essenziali per la cura delle persone detenute, alcuni anche in condizioni di gravità. Ritengo sia necessaria la presenza di personale sanitario qualificato e specializzato soprattutto in ambito psicologico e psichiatrico, per dare sostegno a quelle persone che manifestano difficoltà evidenti nel sopportare e convivere in ambiente carcerario, nonché per comprendere, per quanto possibile, la causa del loro malessere ed essere aiutati verso una rieducazione sociale».

A questo proposito Silvia Vono ha suggerito di richiamare l'attenzione del Dipartimento regionale di tutela della Salute, valorizzare  il Tavolo e l'Osservatorio della sanità penitenziaria regionale affinché non siano semplici baluardi di garanzia dei diritti delle persone ammalate e, nel caso specifico, delle persone detenute ammalate ma riescano, concretamente, ad agire per dare i servizi necessari a tutela della salute. 

«Purtroppo - ha aggiunto - il Servizio sanitario calabrese spesso appare carente di organizzazione e, quando si tratta di intervenire in settori difficili come gli ambiti sanitari penitenziari, la situazione non è considerata come si dovrebbe. Che senso ha dotare, come nel caso dell’Istituto di Vibo Valentia, di strumentazioni sanitarie e ambienti importanti come radiologia, odontoiatria e riabilitazione se poi non si è in grado di garantire il materiale minimo per lavorare? Credo che il Commissario straordinario delle Aziende sanitarie provinciali di Vibo Valentia e Catanzaro, il generale Antonio Battistini, debba guardare alle ASP come veri presidi di tutela alla salute di ogni territorio ed intervenire, anche col pugno di ferro, in determinate situazioni conosciute perché opportunamente segnalate». 

Per l’ex senatrice di Forza Italia, è singolare che nell’Istituto di Vibo Valentia, per avere a disposizione un medico psichiatra ed uno psicologo, si sia dovuto ricorrere ad un progetto del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (Prap Calabria), realizzato grazie all’interessamento della dottoressa Caterina Arrotta e del direttore sanitario Fortunato Crea. 

Un’altra criticità rilevata nel corso della visita, è stata la presenza delle schermature di plexiglass installate alle grate di alcune celle, prima destinate alla sezione dei cosiddetti ‘sex offender’. Pannelli presenti anche in alcune camere detentive degli Istituti di Reggio Calabria e Cosenza che sono causa di forte disagio e che non consentono, in alcuni casi, la diffusione della luce solare ed il normale ricambio normale di aria. «Una problematica - ha spiegato Silvia Vono - per la quale è stato informato formalmente, attraverso varie istanze, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria da cui si attende un riscontro speriamo risolutivo. Il Garante regionale Luca Muglia, ha pensato anche di rivolgersi alla Commissione Speciale per i diritti umani, di cui io stessa ho fatto parte - affinché, attraverso altre visite negli Istituti interessati, si cercherà di trovare, tutti insieme, soluzioni che garantiscano la sicurezza degli Istituti coinvolti senza limitare, come invece avviene adesso, i diritti delle persone recluse».

Silvia Vono ha poi avuto parole di stima per il personale impegnato quotidianamente all’interno degli Istituti. «Le nostre carceri - ha detto - hanno bisogno di essere messe sotto la lente d'ingrandimento non solo per porre fine alle tante criticità che persistono in attesa di soluzione, ma anche per evidenziare le tante situazioni positive dovute al grande lavoro della Polizia Penitenziaria - donne e uomini sempre presenti a tutela della sicurezza e dell'incolumità di tutti -, del personale sanitario e dei funzionari giuridico-pedagogici che quotidianamente portano avanti il loro servizio con passione. In loro ho percepito la voglia di esserci sempre per migliorare alcune cose e soprattutto far sentire i detenuti meno soli da parte dei funzionari giuridico-pedagogici, del personale sanitario e dei poliziotti penitenziari che, pur necessitando di supporto, anche se sotto organico, sono sempre attenti per fare funzionare la macchina del sistema ed agire avendo come obiettivo la riabilitazione educativa e sociale prevista dalla nostra Carta Costituzionale. 

Tra le attività rilevate dall’onorevole Vono, quelle delle officine metallurgiche di Vibo Valentia, uniche nel sistema carceri calabresi, dove trovano occasione di formazione e lavoro alcuni detenuti proprio nell'ottica di un reinserimento sociale positivo. Interessanti anche le collaborazioni attivate dalla direttrice dell’Istituto, Angela Marcello, con l'Istituto agrario e l'istituto tecnico che contribuiscono alla formazione scolastica e lavorativa; con le associazioni di volontariato impegnate in attività e progetti socio educativi e le associazioni sportive come la squadra di calcio di Sant'Onofrio che contribuisce ad alleggerire il quotidiano organizzando allenamenti e partite di calcio  sul campo sportivo all'interno dell'Istituto penitenziario. 

«Chiaramente - ha concluso Silvia Vono - tutto è utile ma l'intervento dello Stato dev'essere prioritario. Il lavoro encomiabile delle associazioni e degli enti che si prodigano per arginare alcune delle difficoltà, non può essere sostitutivo ma di accompagnamento. Per questo mi auguro che i vari report realizzati in tutta Italia, con attenzione ad ogni territorio, in seguito alle nostre visite istituzionali, possano essere la base per interventi legislativi concreti e per un'equa ed efficiente distribuzione delle risorse finanziarie sbloccando i cavillosi ostacoli burocratici».

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