Progetto Gutenberg, Catanzaro celebra ‘Oceani’: l'incredibile storia di Manuel Sirianni

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da sinistra: Oceania, Manuel Sirianni, Barbara Rosanò, Tonia Brancia
  20 maggio 2025 19:37

di IACOPO PARISI

Un pomeriggio denso di emozione, parole ritrovate e nuovi sguardi sulla neurodivergenza è stato vissuto presso la Biblioteca comunale “De Nobili” di Catanzaro, dove è stato presentato, nell'ambito della rassegna Gutenberg 2025 - Ombre e luci del domani, il documentario “Oceani”, dedicato alla straordinaria storia di Manuel Sirianni, giovane autore autistico non verbale che ha trovato nella scrittura la sua voce più autentica.

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Un evento partecipato, profondo, condotto abilmente da Tonia Brancia, tra le insegnanti che più ha seguito Manuel nel suo percorso di crescita, in cui la proiezione di alcuni estratti del documentario è stata accompagnata dalle parole della regista Barbara Rosanò e, soprattutto, da quelle della madre di Manuel, Oceania. Una donna forte che ha trasformato il dolore in scoperta, la frustrazione in determinazione, la solitudine in apertura verso gli altri.

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«Quando l’autismo arriva in una famiglia — ha spiegato Oceania — si aprono due strade: o ti chiudi, ti autoescludi da tutto, oppure decidi di vivere, di affrontare tutto con il sorriso, anche con l’ironia. Noi abbiamo scelto di vivere. È difficile, sì. Uscire con loro, interagire, affrontare le crisi. Ma abbiamo scelto di non lasciarci sconfiggere».

Manuel non comunicava. Fino ai nove anni, il suo mondo era sigillato, muto. Fu in un momento di crisi che, accompagnato dalla madre davanti alla tastiera, scrisse le sue prime frasi: «Tanti pensano che io non capisca nulla» e poi, con ironia e lucidità, «Sapienti buontemponi pensano che io non comprenda nulla». Parole che hanno segnato l’inizio di una nuova vita. Da quel momento, Manuel ha iniziato a scrivere con continuità. È diventato autore di due libri — Il ragazzo irraggiungibile e Fantasie e non solo — e protagonista di progetti artistici e culturali, tra cui il laboratorio Gutenberg - di cui è ospite fisso - e il catalogo fotografico “Calabria con i miei occhi” edito da Rubbettino. In uno dei progetti più recenti, i suoi racconti sono persino stati usati come ispirazione per una collezione di moda.

La regista Barbara Rosanò ha raccontato come, dopo aver letto uno dei testi di Manuel, abbia sentito il bisogno di conoscerlo. «Non avevo esperienza diretta con l’autismo, ero spaventata. Ma poi ho incontrato Oceania. Ho trovato una madre disposta a raccontare tutto, anche con leggerezza. Mi ha colpita l’assenza di autocommiserazione. Ho capito che la storia di Manuel è universale, parla a tutti».

Nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla perdita del finanziamento iniziale con la Calabria Film Commission, il documentario è stato portato a termine grazie alla determinazione della regista e dell’associazione Kinema. «La storia di Manuel andava raccontata», ha detto Rosanò. «Era troppo potente per restare chiusa in un libro o in una casa».

Durante la serata un momento davvero emozionante: Manuel e il fratello Daniel — anche lui autistico — hanno voluto lasciare al pubblico due messaggi con l'ausilio del computer. Brevi, ma di una forza disarmante. Manuel ha scritto: «Grazie per avermi accolto con gioia. Il mio autismo non mi ha fatto perdere la voglia di vivere, di continuare a trasmettere un messaggio di speranza nei cuori altrui e narrare emozioni». Daniel ha aggiunto: «Come una farfalla ho il mio tempo per volare. Io sono autistico, il mio cervello funziona in modo diverso, ma questo non vuol dire che valgo di meno».

Oceania, guardando i suoi figli, ha concluso con leggerezza: «Se fossero stati “normali”, forse certe cose non le avremmo mai fatte. Ma con loro abbiamo sempre detto: proviamo. Mai escludere una possibilità. È questo, credo, il segreto del nostro cammino».

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