di VINCENZO SPEZIALI
Solamente per pregressi impegni politici all'estero -per altro già annunciati attraverso la stampa, in quanto denunciavo plurimi malcostumi nel 'sistema' Italia- ieri non mi trovavo in Calabria, quindi non ho potuto partecipare 'fisicamente' all'assemblea pubblica, indetta a difesa della Città di Catanzaro.
Ciò non significa -come tutti sanno- che non segua la vicenda e che, sempre io, non tenti di sforzarmi a consigliare, studiare e ragionare, circa la questione di specie, oppure ad intervenire per come e per quanto possibile.
Parliamoci chiaro, la cosa brucia, brucia moltissimo, perché sottolinea due aspetti drammaticamente reali: 1) la pervicacia di 'scardinare' assetti sociali e territoriali, in favore di un luogo a scapito di un altro, in modo nichilista, da parte di un Presidente di Regione, il quale conferma di non avere la benché minima e plurima conoscenza, di politica in primis e poi di diritto e di buonsenso, quindi privo ed avulso di qualsivoglia visione, che in ogni modo dovrebbe avere insita, essendo un presupposto per chiunque si trovasse o si trovi a svgere le funzioni in capo ad un certo Occhiuto Roberto, nella cui biografia, tanto e tanto c'è e qui mi fermo, poiché tra riffa e raffa, potremmo -sotto parecchi aspetti- scrivere un tomo (se sia di fattura boccaccesca o dantesca, chiunque interpreti come vuole, epperò lui, almeno in ciò non pensi a male, poiché trattasi di grandi scrittori, ma se si adombrasse, allora avrebbe una coda di paglia lunga, lunghissima e il termine coda, sarebbe allegoricamente metaforico); 2) la grande, consueta, meravigliosamente confermata, signorilità aristocratica, dignitosa, umile e fiera al contempo, che contraddistingue Catanzaro -a sua volta, ieri, oggi, domani, ma pure dopodomani e nei tempi a venire, meritatamente, credibilmente e soprattutto moralmente- la fanno essere sempre 'Capitale della Calabria'.
E già, tant'è, con buona pace e grande 'scorno' di un 'novello papi', il quale -lo dico fuori dai denti, per essere chiaro, diretto, compreso e poi perché ho gli attributi (io si!) che non mi inducono a timori reverenziali o a terrori di presunta ed inconcepibile 'lesa maestà ' (qui il titolato reale o aristocratico, notoriamente è del sottoscritto e me ne sbatto delle imposture politicantemente varie- dicevo lo 'scorno' di colui il quale o non è un grado di fare ciò a cui è stato designato (si badi bene, non eletto, poiché trascinato dalla sommatoria dei voti di quanti si sono candidati a suo sostegno, nelle varie liste di centrodestra e la obrobriosa legge non prevede nemmeno il voto disgiunto tra i differenti aspiranti presidenti), oppure, sempre il presidente pro tempore della regione, ha (o avrebbe) un' indole, commista all'intima inclinazione (intendiamoci...parliamo di questioni politiche o no?) della miopia gestionale e paramministrativa.
Può essere pure che ci si trovi al combinato disposto di entrambe le supposizioni, ed allora, se un elemento sarebbe già motivo di disdoro e di pentimento (di tutti noi che lo abbiamo votato), il 'tertium datur' sarebbe sufficiente -ad esser benevolo- a configurarlo sotto l'aspetto professionale e quello personale, alla stregua di come si rivolgeva il Megadirettore a Fantozzi, nella saga in cui era protagonista il 'surreale' ragioniere, interpretato da Paolo Villaggio.
Diciamo pure, che il nostro '(pseudo?)fantozziano' e (paracooptato?)presidente della giunta regionale, ha avuto facile gioco (non giochino, tanto per ironizzare su quanto qualcuno farebbe in genere alla Camera...dei Deputati, ovviamente, non si pensi a male, parliamo di pratiche conosciute, le quali i tal soggetti li svolgono nottetempo, ribadisco, durante le votazioni, chiaramente), quindi, sempre Occhiuto, ha avuto facile gioco, perché il PD nell'Aula Consiliare Regionale, ha persino non votato la legge presentata dal Presidente Mancuso (benché 'instradata', già nella scorsa legislatura dal Presidente Tallini).
In verità, questa sarebbe un'altra storia, di cui il captaz Dem locale (si, proprio locale!), ovvero Irto Nicolino, dovrà occuparsene, a meno che non sia un soggetto capitato per caso alla guida di un'organizzazione politica regionale, oppure un turista nella nostra terra, dove ci si presenta di tanto in tanto, solamente per cercare di legittimare, pure lui, la sua avvenuta nomina (non elezione!), in Parlamento (ai bimbi, si da sempre il proprio balocco, che poi si balocchino bene, è un altro discorso).
Adesso, però, non mi interessa polemizzare -e poi con chi? Con questi? Suvvia, mi occupo di problemi, studio, ragiono, faccio politica (non politicume!) e cerco soluzioni- perciò ecco cosa bisognerebbe fare, anche a fronte delle pasticciate interpretazioni di diritto occhiutescshe (o occhiutane, che dir si voglia!), come ha dimostrato in punta di corretta nozionistica, Valerio Donato.
E visto che ci siamo, diamo atto pure, ad Antonello Talerico, di aver detto 'pane al pane e vino al vino', circa probabili responsabilità soffuse, le quali possano avere anche altri, in merito alla suddetta vicenda, oppure sposare gli auspici di Franco Cimino e sostenere (se sarà conseguenziale) la marcia del Sindaco Fiorita.
A tal proposito, se fossi Fiorita farei in tal modo e già da ora lo sosterrei: invochi un tavolo permanente, affinché si trovi non un accordicchio, bensì la formula rispettosa, per la tutela dei leciti, ufficiali e legali, diritti della città, con i Ministri degli Interni (essendo il dicastero a cui si rifanno i Comuni), della Salute, dell'Università e degli Affari Regionali (guarda caso e come Fiorita può confermare io l'ho sempre proposto -essendo financo miei amici personali- al punto che ho fornito al Sindaco i loro numeti diretti, pregandolo per tempo di prendere contatto ufficiale con loro stessi, sin dal mese di Novembre scorso e lo so evince dalla mia chat con lui).
In più, siccome la questione impatta per vicende inerenti un Capoluogo di Regione, chieda, financo alla Presidenza del Consiglio, di essere presente a questo 'tavolo' (dove pure la Regione deve avere partecipazione, se non altro per ossequio istituzionale), con delegato di Palazzo Chigi, l' 'uomo macchina' della Premier, ovvero il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, on. Giovanbattista Fazzolari, oriundo pure lui di Bovalino (con buona pace del Consigliere Sero`, aduso al 'piagnisteo calzaturiero' e a tentare di mistificare un pensiero vero, quale è il mio, a differenza della nullità di molti).
Di conseguenza, ho esposto cosa farebbe la politica e quanto dovrebbe fare, poiché in non osservanza di ciò -e in assenza di conseguenziale investimento in capo alla categoria preposta- ci troveremmo a dover ancora e definitivamente a raccattare le macerie di una città, la quale non merita tutto ciò: per parte mia, continuerò a difenderla, perché è giusto, è doveroso, è anche una questione di riconoscenza verso di essa.
E poi, perché io - lo ripeto - sono la Politica!
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