PSNAI, occasione o illusione per i borghi calabresi?

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images PSNAI, occasione o illusione per i borghi calabresi?
Montauro Borgo
  06 giugno 2025 11:41

di SETTIMIO PAONE 

La Calabria è disseminata di borghi che un tempo brulicavano di vita e oggi combattono ogni giorno contro l’erosione della popolazione. Lo spopolamento non è più una tendenza, ma una condizione strutturale. In questo scenario, il Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI) potrebbe rappresentare una delle ultime opportunità concrete per invertire questa deriva.

Banner

Il PSNAI, previsto per il ciclo 2021-2027, nasce per sostenere territori periferici e fragili attraverso il rafforzamento dei servizi essenziali come sanità, istruzione e mobilità. In Calabria, il piano ha già coinvolto diverse realtà locali, alcune delle quali hanno iniziato a tracciare un percorso di rilancio. È il caso di Oriolo, in provincia di Cosenza, che con un lavoro costante sul patrimonio architettonico, l’accoglienza turistica e la valorizzazione culturale è riuscito a entrare nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia” e a ricevere nel 2025 un riconoscimento internazionale per il turismo sostenibile.

Banner

Molti comuni calabresi, però, faticano ad attivare davvero le risorse messe a disposizione dal piano. Le amministrazioni locali – spesso con personale ridotto, bilanci fragili e capacità progettuali limitate – si trovano in difficoltà a intercettare i finanziamenti e a coordinare gli interventi. Non basta riaprire una scuola o asfaltare una strada: serve una strategia integrata, a lungo termine, che parta dalle comunità e che guardi alla permanenza e al ritorno, non solo al recupero edilizio.

Banner

La Regione Calabria ha cercato di dare un segnale in questa direzione con la proposta di istituire la “Rete dei Borghi della Calabria”, una cornice istituzionale che possa mettere a sistema cultura, turismo, natura e artigianato come risorse vive per lo sviluppo. Alcuni comuni hanno lanciato iniziative come le “case a 1 euro” o progetti per attrarre nomadi digitali, con risultati ancora parziali ma promettenti. Tuttavia, in molti paesi dell’interno la situazione resta critica. Le aree montane del Reggino, del Crotonese, del Savuto e anche dell’entroterra catanzarese – come Cicala, Taverna, Sorbo San Basile, Fossato Serralta, ma anche Montauro e Gasperina – continuano a perdere residenti, nonostante il grande potenziale naturalistico, artistico e umano che esprimono. In particolare, l’area della Presila e quella collinare del Soveratese rappresentano territori ricchi di storia e biodiversità, ma penalizzati dalla carenza cronica di infrastrutture e servizi.

In una recente dichiarazione, il Ministro per la Coesione Foti ha parlato apertamente di “spopolamento irreversibile” per numerosi comuni del Sud, sostenendo che in certi casi si tratti ormai di accompagnare un “declino dignitoso”. Parole che, per quanto realistiche, hanno suscitato polemiche. In Calabria, dove ogni borgo è un frammento di memoria e identità, rassegnarsi al silenzio non può essere un’opzione.

Il PSNAI può rappresentare un’occasione storica, ma perché produca effetti reali deve essere guidato da una visione chiara: meno frammentazione, più concentrazione degli interventi, maggiore coinvolgimento delle comunità. Serve investire dove c’è ancora un tessuto vivo, dove esistono esperienze di ritorno, di microimprenditorialità, di cittadinanza attiva. Non bastano progetti calati dall’alto o soluzioni simboliche. La rinascita dei borghi calabresi sarà possibile solo se il futuro verrà costruito a partire dai bisogni e dai sogni delle persone che decidono di restare.

In gioco non c’è solo il destino di piccoli paesi, ma un pezzo fondamentale dell’anima calabrese. Per questo, ogni euro speso bene, ogni servizio riattivato, ogni casa riabitata può essere molto più che un recupero: può essere un atto di resistenza, di civiltà, e di speranza.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner