Quando luppolo e malto s’incontrano: nasce "Cuore Agrario", la prima birra dell'istituto "V. Emanuele II" di Catanzaro (FOTO)

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images Quando luppolo e malto s’incontrano: nasce "Cuore Agrario", la prima birra dell'istituto "V. Emanuele II" di Catanzaro (FOTO)
Da sinistra: Fulginiti, Caruso, Elia, Carpino

Concluso il "Primo Corso per Mastro Birraio" dell’istituto nell’era post-Covid 19

  05 dicembre 2021 09:58

Deve andare proprio così: un successo raggiunto non è mai un punto d'arrivo ma un incentivo ad andare avanti. Lo sa bene  l'lstituto Agrario "Vittorio Emanuele II" di Catanzaro che dopo il recentissimo premio ricevuto  – per merito soprattutto dei Prof. Alberto Carpino e Francesco Costanzo – presso la Fiera di Piacenza da parte della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, conquista "nuovi mercati".  E così Il Cuore Agrario diventa una birra artigianale.   

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La storica scuola catanzarese (anno di fondazione 1875), sotto la guida dalla dirigente scolastica Rita Elia, dimostra  infatti un’inveterata capacità di rinnovarsi. Gettatasi alle spalle la DAD,   propone costantemente nuove iniziative ed affronta senza timore le sfide della modernità e le nuove tendenze dei mercati. E cosa c’è di più nuovo nel campo delle trasformazioni agro-alimentari della produzione della birra artigianale? Mentre il movimento birraio artigianale italiano, a dispetto della mancanza di una tradizione brassicola raccoglie crescenti consensi – sul territorio nazionale, ma anche all’estero – l’Istituto Agrario catanzarese mette in campo proposte formative di grande attualità, formulate grazie alle molteplici competenze possedute dal suo prestigioso e volitivo corpo docente.

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La sorprendente capacità di coniugare tradizioni millenarie (come quella viti-vinicola), radicata nel territorio, con le nuove opportunità professionali afferenti a settori economici ancora poco esplorati, sembra proprio rappresentare sempre più la cifra stilistica didattico-educativa di questa scuola.

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Ed è in questo solco che si inserisce la nuova linea formativa extracurricolare inaugurata dall’Istituto: la filiera della birra artigianale. Così  sabato 4 dicembre 2021 si è chiuso il Primo Corso per Mastro Birraio di questa nuova stagione dell’istituto nell’era post-Covid 19.

 Sono stati consegnati gli attestati di frequenza e l’analisi sensoriale della birra prodotta dagli stessi allievi durante il corso. Analoghe esperienze maturate in Istituto in passato in campo brassicolo, soprattutto come proposte di alternanza scuola-lavoro, avevano registrato un ampio riscontro tra gli allievi, sempre attenti e pronti ad approfittare delle nuove e credibili opportunità formative. Il crescente successo del settore brassicolo, anche a livello regionale, ha spinto pertanto alcuni docenti di Trasformazioni Agro-Alimentari, coordinati dal Prof. Giuseppe Caruso, docente di Biologia e Biotecnologie Agrarie, a proporre l’istituzione di un nuovo laboratorio: il birrificio.

Anche questa volta, ampiamente previsto il successo di numeri: 65 richieste a fronte di soli 20 posti disponibili. Questo successo ha indotto i vertici dell’istituto ad immaginare nuove proposte formative per il nuovo anno solare. Rispondere alla domanda di formazione che viene dagli allievi e dalle loro famiglie è certo qualcosa che in questa scuola prendono tutti molto sul serio. La collaborazione offerta da un esperto esterno, il dottor Giuseppe Fulginiti, fra l’altro ex-allievo dell’istituto, selezionato in base alle procedure previste dalle norme vigenti, ha valorizzato al massimo le venti ore di corso. Oltre alle necessarie nozioni teoriche, durante il corso (tenutosi di sabato perché la scuola pratica la settimana corta), è stato realizzato un intero ciclo produttivo della birra, dalla macinatura dei grani e ammostamento, fino all’imbottigliamento ed alla rifermentazione in bottiglia.

L’idea era offrire agli aspiranti birrai dell’Agraria la panoramica più completa possibile, visto il tempo a disposizione, su tutte le fasi del brassaggio. Certo, diventare Mastro Birraio è un percorso molto più lungo ed articolato di quanto realizzabile in sole venti ore di corso, lo sanno bene alla scuola agraria. La professione del birraio, oltre una formazione teorica piuttosto robusta, prevede lunghi tirocini presso birrifici operativi, sperimentando la produzione di molti tra gli stili birrari esistenti. Tuttavia, seminando queste nozioni di “alfabetizzazione brassicola” – come amano chiamarla al V. Emanuele II – si punta ad accrescere le consapevolezze degli allievi, i quali potrebbero un giorno decidere di valorizzare questa breve esperienza approfondendo le proprie conoscenze nelle università o negli ITS esistenti in Italia. Ed anche l’esperienza del corpo docente e degli esperti presi in prestito dalle professioni, si auspica possa crescere parallelamente, aprendo così questi corsi, o perfino attività più approfondite e specialistiche, anche all’esterno. Non si pongono in realtà limiti all’Agraria, quando si tratta di valorizzare il territorio e le risorse umane.

E la prima birra prodotta da questa attività, non poteva che essere una India Pale Ale, un’IPA, stile brassicolo iconico di enorme successo presso gli appassionati di birra artigianale. E non poteva che chiamarsi “Cuore Agrario”, vista la passione ed il cuore che tanti, preside in testa, mettono in questa scuola per promuovere lo sviluppo umano, etico ed economico di questo territorio. Un plauso a tutti i ragazzi  protagonisti di questo importante percorso formativo è stato rivolto dalla Preside Rita Elia per l’impegno, la costanza e là serietà con cui è stato affrontato il corso.

I PARTECIPANTI 

Paonessa Manuel  Amelio Anna, Mascaro Sabina, Lagonia Giulia, Mazza Manuela, Carè Alessia, Talarico Marina, Torchia Ester, Lamarca Nicole, Marascio Mario, Notaro Vanessa, Caroleo Raffaele, Matteo Masciari, Paonessa Simone, Caterisano Giuseppe, Melina Celestina, Marino Francesco, Fruci Maria Lucrezia, Zerbi Lorenzo, Gigliotti Lucia.

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