Un viaggio lungo quarant’anni, fatto di passione, cultura, memoria e rivoluzione silenziosa: è questo il cuore pulsante della mostra fotografica inaugurata nei locali della sala polivalente del Comune di Montauro, per celebrare lo storico traguardo dell’ACS Femminile Montaurese.
Un’esposizione intensa e toccante, costruita con cura e sentimento, che ripercorre quattro decenni di attività di un’associazione nata da un’intuizione semplice ma straordinaria: offrire spazio e voce alle donne all’interno del tessuto sociale del borgo ionico catanzarese. Un’idea rivoluzionaria per l’epoca, che trovò slancio e concretezza nella determinazione di donne di ogni età ed estrazione sociale, accomunate dalla voglia di partecipare attivamente alla vita della comunità.
A guidarle allora, come oggi, c’era e c’è ancora lei, Maria Paola Maddalena Leomporra, da tutti conosciuta e amata come “A Signora Clericó”. Figura carismatica e instancabile, è stata l’anima e il motore di un gruppo che, a partire dagli anni Ottanta, ha saputo cambiare per sempre la narrazione del femminile e della partecipazione culturale a Montauro.
Fino ad allora, le donne erano perlopiù confinate nel ruolo — fondamentale ma limitato — di pilastro familiare. Le manifestazioni pubbliche si esaurivano nelle ricorrenze religiose. Poi arrivarono loro: le donne dell’ACS, pioniere di una nuova stagione culturale, che portò fermento, creatività e un ritrovato senso di appartenenza. Dalla riscoperta delle tradizioni all'organizzazione di eventi innovativi, ogni loro iniziativa è stata una tessera preziosa nel mosaico identitario del paese.
Emblematica in tal senso la nascita del Presepe Vivente, messo in scena per la prima volta in una vera mangiatoia del centro storico. Un evento che ebbe un successo clamoroso e fu presto imitato nei paesi vicini, a conferma dell’impatto profondo del loro operato anche oltre i confini montauresi. La loro energia, il loro spirito d’iniziativa, hanno saputo ispirare generazioni, dimostrando quanto le donne possano essere protagoniste nel costruire e rinnovare il senso di comunità.
La mostra, realizzata in collaborazione con il Comitato Arcangelo Pisani, è un percorso emozionale e collettivo. I pannelli fotografici raccontano volti, momenti, atmosfere: c’è chi si rivede in uno scatto sbiadito, chi riconosce il sorriso di un parente, chi ripercorre con nostalgia quegli anni di partecipazione e sogni condivisi. Perché l’ACS, in fondo, è stata ed è ancora una grande famiglia: forte, appassionata, inclusiva.
Non mancano i ricordi commossi per chi, nel tempo, ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Tante le donne che hanno fatto parte del sodalizio e che oggi non ci sono più, ma che rivivono nel calore di ogni fotografia, nel ricordo affettuoso delle compagne, nel segno indelebile che hanno lasciato. Con il taglio simbolico della torta, le fondatrici e le nuove generazioni dell’associazione hanno aperto ufficialmente la mostra. Un modo per dire grazie, per raccontarsi e per emozionare ancora. Perché quei quarant’anni non sono solo un traguardo: sono un ponte verso il futuro. E l’ACS Femminile Montaurese, ancora una volta, dimostra che da Montauro può partire un esempio di civiltà, cultura e bellezza.
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