di TERESA ALOI
Un lembo di costa privilegiato dove la montagna si riflette sul mare regalando colori e scenari da sogno. Siamo a Caminia di Stalettì, una delle località più suggestive della Costa degli Aranci, grazie alla lunga spiaggia color avorio incastonata nella splendida scogliera. Una località balneare estiva, da sempre luogo di incontro per turisti proveniente da ogni parte. Un perfetto equilibrio tra uomo e natura in ogni stagione dell'anno.
Una località privilegiata ma, allo stesso tempo, mortificata dalla cementificazione "selvaggia". “Violentata” fino a qualche decina di metri dal mare. Sono lì, quelle case, da tempo. Da tanto tempo. Oggi però su quelle case pesa un'ordinanza di sgombero firmata, a febbraio scorso, dal responsabile del Settore tecnico del Comune di Stalettì, Beniamino Posca, e contro la quale i proprietari non hanno perso tempo a proporre ricorso. E domani davanti al Tribunale amministrativo regionale si svolgeranno le prime udienze (nella vicenda sono coinvolte decine e decine di famiglie).
E' una storia che parte da lontano. Siamo a metà del 1800 quando la Ferrovia dello Stato espropria al Comune una fascia di terra per realizzare la linea ferrata. A valle, al contrario, su quel lembo che guarda direttamente al mare, si costruisce anche "su invito" dell'allora Amministrazione comunale. Una striscia di terreno, sulla quale da sempre le Amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni ne rivendicano la proprietà, sostenendo addirittura i proprietari delle case, implicati, di volta in volta, in procedimenti civili e anche penali. E lo hanno fatto riscuotendo le tasse e "invitando" i proprietari ad allacciarsi alle opere comunali, rete fognaria in primis.
E' il responsabile del Settore tecnico del Comune, Posca, infatti, ad invitare i proprietari ad allacciarsi alla fogna. Lo stesso tecnico che poi firmerà l'ordinanza di sgombero.
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