Querelle Talerico-Quattrone, il consigliere: "Non conoscere procedure per arruolamento pazienti"

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images Querelle Talerico-Quattrone, il consigliere: "Non conoscere procedure per arruolamento pazienti"
Antonello Talerico
  21 giugno 2023 12:21

"Mi vedo costretto a malincuore (ma non malvolentieri, poiché sono ossequioso della verità) a rispondere alla replica, finalmente intervenuta, da parte di Aldo Quattrone. Io non sono un esperto di ricerca scientifica (non ho tale ambizione), al pari di come  non è un esperto di diritto Aldo Quattrone, che con la sua risposta ha confermato le mie perplessità e dimostrato di non conoscere le procedure per l’arruolamento corretto e trasparente dei pazienti da inserire negli studi scientifici. E, spiego il perché".  

Lo scrive in una nota il Consigliere Regionale, Antonello Talerico. 

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"Quattrone afferma : “Quanto alla provenienza dei pazienti da includere nei protocolli scientifici… Non mi pare che abbia molta importanza sapere dove il neurologo reclutava il suo paziente da includere in un protocollo di ricerca”. Quello che dice Quattrone, non è corretto. Le modalità tecniche organizzative che governano un Centro di Ricerca (come quello di cui fa cenno il professore) non sono esenti dal rispetto delle norme sulla trasparenza e in questo caso di trasparente vedo e leggo ben poco.

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Non è irrilevante, come vuol invece sostenere Quattrone, i cui meriti anche scientifici nessuno mette in dubbio (è chiaro il tentativo di spostare l’attenzione su temi non affrontati), il criterio di scelta dei pazienti da sottoporre ad esame diagnostico, se la struttura in cui si effettuano è una struttura pubblica il cui personale impiegato allo svolgimento delle attività è retribuito con soldi pubblici, ed ove i macchinari utilizzati (RM 3 tesla) sono anch’essi acquistati e mantenuti con soldi pubblici e soprattutto se il responsabile della sede del Centro di Ricerca ha una fiorente attività privata proprio nello stesso settore !

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La risposta di Quattrone e le tante testimonianze raccolte, lasciano intendere che la visita specialistica presso un certo studio privato, naturalmente a pagamento, avrebbe molto probabilmente favorito (a differenza di chi invece deve attendere i tempi delle liste di attesa) l’accesso rapido all’esame diagnostico che, come afferma il prof. Quattrone, è addirittura gratuito, quindi non verrebbe pagato neanche il ticket che altri malati meno fortunati dovrebbero invece pagare l’esame, in quanto non possono passare da uno studio privato a pagamento!

Come dice Quattrone, saranno indubbiamente anche finalità e attività di ricerca, ma se i pazienti “passano” prima da un certo studio privato e pagano forse è anche attività clinica e secondariamente di ricerca, con un introito privatistico che confligge con le più elementari regole della trasparenza e dell’uso corretto e secondo legge di fondi e strutture pubbliche.

Quindi, se i pazienti fossero stati reclutati liberamente, non già attraverso il passaggio negli studi privati a pagamento non vi sarebbe stata alcuna questione da parte mia, ma se i pazienti invece provengono da un certo studio privato la questione è ben più grave e diventa di mio interesse, perché si userebbe il bene pubblico per fini privatistici con conseguenze e responsabilità consequenziali.

Ecco la mia preoccupazione, alimentata ancor più dalla risposta di Quattrone e da qualche paziente che avrebbe seguito questo secondo iter (passaggio dallo studio privato, per poi accedere rapidamente all’esame diagnostico, scavalcando i tempi delle liste di attesa).

Ultima chiosa, sempre per sottolineare che Quattrone pur essendo un valente neurolo, non è un esperto di diritto. Difatti, occorre chiarire al Quattrone che esiste una sostanziale differenza tra scadenza naturale e disdetta della convenzione.

Quello che il Quattrone ha omesso nella stizzosa replica, è che in realtà vi è stata una disdetta della convenzione, notificata ben 11 mesi prima della scadenza naturale, per sopravvenute esigenze scientifiche non meglio precisate.

Viene smentito Quattrone dalle sue stesse dichiarazioni quando afferma che la cessazione del rapporto tra Università e CNR dipende dall’UMG e non da lui.

Difatti, Quattrone affermando che è in programma il potenziamento del Centro di Neuroscienze, da lui gestito e voluto, conferma a chiare lettere che il CNR viene smantellato per lasciare spazio al predetto Centro di Neuroscienze del professore emerito, che verrà come detto dallo stesso, potenziato !

Su tale scellerata scelta, la rassicurazione di Quattrone è veramente sconfortante. Secondo il professore emerito un Centro di Ricerca “locale”, potrà compensare e sostituire un ente di ricerca come quello del CNR, che da sempre nel resto d’Italia interagisce con tutte le Università (tant’è che l’Unical di Cosenza è già pronta a riceverlo nei propri locali, nel silenzio vergognoso anche dei professori catanzaresi impegnati in politica).

A titolo meramente esemplificativo si consiglia di visitare il sito  https://www.cnr.it/it/accordi-partnership/universita-politecnici per comprendere che non esiste università italiana che non voglia accogliere il CNR.

Unica eccezione nazionale è rappresentata dall’Università Magna Greacia di Catanzaro, gestita ancora da Quattrone, che addirittura si permette il lusso di “sfrattare” in malomodo il tanto prima voluto Centro Nazionale di Ricerca (CNR).

Non abbiamo bisogno di spiegarlo a Quattrone, ma è il caso di ricordargli che l’Unical di Cosenza si è resa disponibile, invece, ad accogliere la sede iBFM ove sono allocati ben 5 istituti CNR.
Invece l’UMG vorrebbe soddisfare ogni esigenza scientifica con il CR NEUROSCIENZE “autoctono” diretto da Quattrone, che per quanto prestigioso possa essere il centro catanzarese, non potrà mai sostituire un ente di portata nazionale come il CNR.

Ecco perché le rassicurazioni di Quattrone sono inaccettabili e fuorvianti, al pari del tentativo maldestro di smentire il suo coinvolgimento nei fatti dell’ISN di Mangone, ciò in quanto sono plurime le testimonianze e gli articoli di stampa che invece ne comprovano piena conoscenza e coinvolgimento, ancor più se si tiene conto dell’incarico allora rivestito dal Quattrone come responsabile dell’unità di ricerca dell’Istituto diretto dal prof. Gambardella.

E’ proprio vero Quattrone non è un uomo di diritto, poiché si difende male e attacca peggio. Ed infine, sugli interessi che intendo tutelare, sicuramente e prioritariamente il desiderio di liberare questa Città e l’Università UMG dall’oscurantismo di alcune scelte, poichè poco chiare e poco trasparenti. Basti pensare che la disdetta della convenzione è stata ratificata dal Senato accademico tre mesi dopo che era stata formalizzata al CNR.

Dunque è chiaro che la scelta di smantellare il CNR era stata condivisa anche da una parte di quei professori che a dire di Quattrone rappresentano un patrimonio da difendere e potenziare.
Orbene, io non intendo difendere, né intendo potenziare l’agire di chi non fa gli interessi della Città e della collettività, ma gli interessi di casta o di “sistema”.

La replica di Quattrone non ha raggiunto la sufficienza e, purtroppo non ha conseguito l’obiettivo sperato, quello di fare chiarezza, poichè ha piuttosto  confermato i dubbi preesistenti e ne ha alimentati altri.
Io non ho figli o parenti da sistemare all’interno dell’Università.

Non ho a differenza di qualcuno interessi poco chiari, in quanto personali, da portare avanti. Sono un uomo libero che ha il coraggio di dire quello che tutti sanno, ma che in pochi dicono per paura di subire qualche ritorsione. Ecco il mio interesse combattere questo “sistema” e tutti coloro che ne fanno parte". 

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