di PAOLO MARRAFFA*
Penso che don Giulio Mignani sia un prete omosessuale poco formato e poco credente. Lo intuisco dagli interrogativi e dal suo modo di esporre le idee o comunque fondare le proprie argomentazioni.
È logico che un prete non può essere a favore dell’eutanasia e dell’aborto perché dovrebbe difendere la sacralità della vita.
Vediamo ciò che sta succedendo in America, dove qualche uomo di Chiesa, anche molto influente, si è schierato a favore dell’aborto.
Pensiamo allo stesso Presidente Biden o alla vicenda che ha travolto la conferenza episcopale americana.
Biden ricordiamo essere vicino a Papa Francesco e alla Santa Sede che non ha infatti condannato la posizione del sacerdote.
Alcuni considerano l’aborto come un diritto umano, altri invece come un peccato gravissimo.
Le dichiarazioni di Madre Teresa ad esempio erano chiare, ha definito l’aborto come il più grande distruttore della pace.
Perché essere a sostegno della soppressione del feto o di porre fine ad una vita difficile?
Gli utilitaristi difendono il principio della qualità della vita, secondo il quale non tutte le vite meritano di essere vissute.
Una filosofia che contrasta con la dottrina Cattolica.
Sono le questioni bioetiche che mi preoccupano di più, poi non è l’unico a parlare di benedire le coppie lgbt perché nella chiesa c’è molta lgbt anche se nessuno ha il coraggio di dirlo.
Qualcosa di profondamente bizzarro e di cui non mi scandalizzo per niente.
Chiediamo a Papa Francesco di fare luce su quanto accaduto e di superare gli interessi politici ed economici che si celano dietro posizioni.
*Movimento apostolico
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