Quindicenne rapita a Catanzaro: i due campani patteggiano la pena a 2 anni di reclusione

Hanno patteggiato la pena a 2 anni di reclusione i due uomini che, la sera del 10 settembre 2023, hanno sequestrato una quindicenne a Catanzaro per vendetta nei confronti del padre. Comparsi davanti al Tribunale per essere processati con il rito immediato, Agnello Aniello, 36 anni, residente a Scafati in provincia di Salerno, e Francesco Izzo, 32 anni, di Torre Annunziata, ritenuti vicini agli ambienti del clan Gionta, hanno chiesto e ottenuto di patteggiare la pena, per voce dei rispettivi difensori di fiducia. L'accusa a loro carico è quella di sequestro di persona a scopo di estorsione “al fine di conseguire per loro o per altri un ingiusto profitto dal padre della vittima come prezzo della liberazione”.  

Entrambi sono ritenuti gli esecutori materiali del rapimento avvenuto nel quartiere Santo Janni, alla periferia del capoluogo, quando la minorenne, di ritorno da casa della nonna e diretta in centro città a bordo della sua Minicar, è stata bloccata da due uomini e portata via con la forza nonostante l'intervento casuale di una donna che transitava lungo la stessa strada. Salvo poi essere liberala nel vicino comune di Marcellinara, con tanto di cellulare grazie al quale è stata subito raggiunta dalla polizia che si era messa immediatamente sulle tracce dei malviventi, la cui fuga è poi finita a Torre Annunziata, dove sono stati arrestati su ordine della Procura di Catanzaro.

Le indagini erano state poi dirette a risalire a mandanti e movente del rapimento, seguendo come prima pista quella legata agli affari del padre, un broker catanzarese finito nei guai con la giustizia per presunti ganci con il temibile clan Grande-Aracri di Crotone. Ipotesi ancora da verificare e rispetto alle quali gli uomini della Squadra Mobile, al comando di Fabio Catalano, non stanno lasciando nulla al caso nelle indagini ancora in corso.

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