Quirinale, Franco Cimino: "Mattarella, il presidente nuovo"

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Franco Cimino
  03 febbraio 2022 17:35

di FRANCO CIMINO

"Mattarella doveva essere e Mattarella è stato. Se un problema ancora residuasse in questa elezione esso si trova nell’incapacità dei capipartito di capire che questa soltanto sarebbe stata, nell’attuale contesto, l’unica soluzione possibile. Quella che avrebbe fatto risparmiare al Paese inutili attese con i gravosi costi conseguenti. E quella che la tanto richiamata Costituzione offre proprio per superare l’empass in cui si dovesse trovare un Parlamento incapace di trovare in se stesso la risposta alle difficoltà della politica. Altro che minaccia di una monarchia presidenziale, pericolosa per i rischi che comporterebbe sulla tenuta della Democrazia, come temono quei costituzionalisti che non leggono dentro gli articoli per capirne il senso più profondo! E quegli altri che non hanno ancora compreso che la nostra Costituzione garantisce da sé medesima la Democrazia italiana e la sua tutela da qualsiasi attacco, come dimostrano quei difficili anni a cavallo del ventennio sessanta-ottanta.

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Ed è proprio lo spirito della Costituzione che fa sì che un presidente rieletto sia un nuovo presidente e non il prolungamento statico o… ‘autoritaristico” del primo. Oggi, pertanto, alle quindici e trenta, giurerà nella stessa persona di sette anni fa un nuovo presidente, avendo il predecessore di se stesso ampiamente adempiuto al suo dovere. Non tutto quello che probabilmente si era riproposto egli ha potuto realizzare, ma certamente ha compiuto il suo più più alto obbligo. E con “ onore e disciplina”: difendere l’Alta Istituzione rappresentata, onorare il tricolore sapendolo ben accostare all’azzurro stellato della bandiera europea, rinsaldare l’amor di patria dentro il sentimento della grande Patria Europa, che nulla dei valori nazionali, ovvero identità e culture democratiche, cancella.

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Il Presidente uscente ha fatto di più. Nel momento più drammatico e doloroso per l’Italia, quando tutti gli italiani, costretti all’isolamento e all’allontanamento avevano desertificato città e paesi, strade e scuole e chiese, restando chiusi nella paura e nello smarrimento mentre tutt’intorno a loro sembrava precario e incerto, specialmente il futuro, Egli, presosi idealmente per mano con Francesco, ha infuso nel suo popolo quel senso di protezione e di serenità che è stata la prima vera forza con cui si è potuto fronteggiare quel nemico assassino di cui allora si conosceva poco o niente. Mattarella ha fatto sentire lo Stato ai cittadini. Uno Stato amico e una Repubblica davvero materna.

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Di questo gli italiani gli hanno reso grazie, acclamandolo per le strade, imponendo alla politica politicante quella sorta di straordinaria “ elezione diretta” da più parte reclamata come riforma necessaria. Mattarella è stato quindi voluto ed “ eletto” dai cittadini, come conferma l’entusiasmo che è seguito alla sua rielezione. E questo è un fatto di non secondaria importanza nella nuova stagione di sacrifici e di scelte dure cui sarà chiamato il Paese, che dovrà anche passare indenne le prove di valutazione cui sarà sottosto dall’Europa per la conferma dei finanziamenti assegnatigli. Mattarella è l’uomo del prestigio internazionale e della fiducia interna. Pensare alle soluzioni, quasi tutte divisive o non complete di un tale necessario carisma, cui si stavano portando partiti litigiosi e un Parlamento debole, fa venire voglia di aggiungersi in un ideale corteo di popolo, a quella piccola pattuglia di presidenti dei gruppi parlamentari, costretti ad andare al Quirinale con il cappello in mano. E nel viso la dichiarazione di resa di questi partiti alla loro insussistenza e alla crisi della politica da essi, modificatisi in comitati elettorali al servizio di un capo, prodotta.

Ecco, il Presidente nuovo, deve partire da qui per poi indirizzarsi lungo tutto il versante internazionale, nel quale indurre un’Italia rafforzata e un’Europa unita davvero nell’Unione degli Stati che la compongono, a lavorare per il raggiungimento di tre obiettivi. Il primo, la Pace nel mondo, quella vera; il secondo e il terzo, i due fatti essenziali alla Pace. E cioè, la fine della povertà nell’eguaglianza tra persone e popoli e territori, e la difesa, nella promozione laddove manca, della libertà delle persone, dei popoli, degli Stati. Nella Democrazia, quale unica forma politica che tutto questo può favorire. Qui, da noi, quindi, Egli si dovrà adoperare per favorire il superamento di questa ormai troppo lunga crisi della politica e della forma partiti attraverso cui essa si muove.

Mi aspetto, nel suo discorso odierno, che Mattarella si soffermi anche su questo e che, più di quanto fece Napolitano nella sua stessa condizione, ammonisca partiti e parlamentare a non ripercorrere più questo brutto sentiero, dove valori dimenticati hanno lasciato il posto alla mediocrità e al piccolo particolare, nel quale si disperde il senso delle istituzione e il significato di bene comune e di interesse della Nazione. Io, sinceramente, mi aspetto un Presidente nuovo così. Che non mi deluda e non mi faccia pentire di aver sempre sostenuto il suo mantenimento in quella Reggia, che, per essere davvero la casa degli italiani, deve continuare a pulsare di idealità alte, di visioni profonde, di moralità intensa. Di carità laica, cioè di Politica".

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