di ANTONELLA SCALZI
Hai almeno 62 anni e 38 di contributi? Allora puoi usufruire di Quota 100. È lo slogan in bella vista sul sito che sviscera dettagli, pro e contro, della misura che allarga le maglie della Fornero e che molti aspiranti aspettavamo come il panettone a Natale. Sembrava un miraggio e invece è già tempo di bilanci per la misura panacea di tutti i mali per molti “incastrati” della legge Fornero e incubo della pubblica amministrazione che rischia di dover continuare a garantire gli stessi servizi di sempre con un organico ridotto all’osso. Tanto più al Sud, tanto più in Calabria dove un problema storico rischia di toccare punte di vera e propria insostenibilità.
I dati diffusi dall’Inps, sulle domande presentate al 30 luglio, sono impietosi e destinati a tenere il ritmo sostenuto di un trend in crescita ovunque. In Italia le richieste sfiorano quota 165mila, da noi sono 6.142: un esodo in piena regola che svuoterà le scrivanie di molti uffici pubblici e che rischia di produrre un accumulo di pratiche difficile da smaltire. E i dati non sono incoraggianti neppure a Vibo e Crotone, le province calabresi che contano sulla quantità più bassa di richieste. Un palliativo per gli occhi, però, perché si tratta soltanto di numeri assoluti e quel 411 di Vibo Valentia o quel 421 di Crotone dicono poco e niente se rapportati non tanto alle percentuali, ma al rapporto con la popolazione residente. I numeri assoluti fanno paura, invece, a Cosenza. Nella provincia Brutia, dall’entrata vigore a oggi, Quota 100 è il sogno nel cassetto per ben 2.397 lavoratori. Va meglio a Reggio dove al 30 luglio il contatore si è fermato a 1.673. E poi c’è il capoluogo con l’intera provincia che fa da spartiacque e si piazza al centro della classifica calabrese del fuggi fuggi dal lavoro. Sono 1.280 gli aspiranti quotisti e in alcune realtà come il Comune di Catanzaro, ad esempio, da mesi si parla dello svuotamento delle scrivanie quasi per provare a esorcizzare la paura di una situazione nuova e per nulla semplice da affrontare.
Non si tratta soltanto di dipendenti pubblici, ma la pubblica amministrazione fa i conti con una misura da sommare a organici già risicati e al blocco del turnover: un mix esplosivo che potrebbe portare alla paralisi. Boom di domande tra lavoratori dipendenti e della gestione pubblica per una misura che invece sembra non attrarre molto chi lavoriain settori riconducibili allo spettacolo e allo sport e che non sembra contemplare quote rosa. No, perché l’identikit di chi scommette sulla misura bandiera del vicepremier Matteo Salvini è semplice: uomo con età compresa tra i 63 e i 65 anni che si affida al patronato.
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