Raddoppio termovalorizzatore di Gioia Tauro, la Regione boccia l'offerta di un gruppo di privati

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Un collegio di esperti aveva richiesto a un raggruppamento di imprese di integrare la documentazione entro il 15 novembre. Adesso è arrivata la determinazione (negativa) del dipartimento Ambiente

  24 novembre 2022 21:29

di GABRIELE RUBINO

Sfuma l'ipotesi di project financing per la riqualificazione e l'ammodernamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Il dipartimento regionale dell'Ambiente ha infatti stabilito che l'unica offerta pervenuta dai privati "non può essere valutata positivamente ai fini della dichiarazione di fattibilità e di conformità ai fabbisogni e all’interesse pubblico sottesi alla realizzazione dell’opera". 

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Nel decreto firmato dal dg Gianfranco Comito vengono ripercorse le principali tappe dell'avviso esplorativo pubblicato lo scorso marzo e con un'iniziale scadenza fissata a maggio, poi prorogata fino a luglio. Il raddoppio (da due a quattro linee) del termovalorizzatore di Gioia Tauro aveva creato non poche polemiche fra i primi cittadini della Piana, ma il governatore Roberto Occhiuto aveva sempre tirato dritto per questa strada.  

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Entro la scadenza dei termini, alla Cittadella era arrivata un'offerta di un privato che, nello schema dell'avviso, si sarebbe dovuto occupare della progettazione, della realizzazione e poi della gestione dell'opera: quella del raggruppamento temporaneo di imprese composto da TM.E. S.p.A. - Termomeccanica Ecologia (mandataria), Calabra Maceri e Servizi S.p.A. (mandante), Intercantieri S.p.A. (mandante) ed Ecosistem S.r.l. (mandante). La Regione, dal canto suo, aveva individuato un collegio di esperti (formato da quattro unità) che nell'analizzare la proposta sosteneva la necessità di apportare "le modifiche necessarie per poter considerare la proposta conforme all’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’opera".  

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Dopo un fitto scambio di comunicazione, la Regione fissa come termine ultimo per le integrazioni la data del 15 novembre. Il privato ha tentato più volte di ottenere un'ulteriore proroga (di 60 giorni) ma senza successo. In quella data alla Cittadella, stando al provvedimento del dipartimento dell'Ambiente risultava esserci "una documentazione incompleta, mancante di elementi essenziali che erano stati espressamente richiesti dal Collegio di esperti". Fra questi sarebbero risultati mancanti il "piano economico finanziario e relativa asseverazione; bozza di convenzione; matrice dei rischi e specificazione delle caratteristiche del servizio e della gestione". Alla luce di questo, la Regione ha valutato negativamente la proposta del privato. 

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