Ragioni di sicurezza e spending review: parola all'avvocato Maria Claudia Conidi

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L'avvocato Maria Claudia Conidi
  20 dicembre 2021 19:00

di MARIA CLAUDIA CONIDI*

Non pensavo fosse possibile coniugare le ragioni di sicurezza con quelle legate alla c.d. spending review, ovvero con le scelte politiche atte a migliorare la gestione del bilancio pubblico, in un’ottica di risparmio forzoso per arginare la spesa pubblica e diminuire il dispendio di risorse economiche, nell’ottica del risparmio.-

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E pure accade costantemente ,come da protocollo.

E’ infatti accaduto sotto mia diretta percezione che un collaboratore di giustizia sia stato citato ,il giorno prima dell’udienza fissata dinanzi l’A.G. in un luogo “ protetto” per la videoconferenza ,nell’area geografica pertinenziale alla sua effettiva zona di residenza-

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Infatti, secondo i parametri normalmente predisposti a tutela della sicurezza dei pentiti e delle loro scorte, i siti remoti da cui vengono regolarmente attivate i sistemi di video collegamento a distanza di volta in volta per come disposto da questa o quella sede giudiziaria, vengono scelti facendo ricorso a quelle che sono le minori distanze chilometriche di percorrenza per poterle effettivamente  raggiungere dalle varie località a loro volta “protette”.

Dunque il criterio di sicurezza cui s’ispira il SCP addetto alla protezione e tutela dell’incolumità personale dei pentiti non è quello della “neutralità” di zona, ma di vicinanza o prossimità rispetto alla zona di sua allocazione effettiva cui lo stesso sia s stato assegnato per vivere insieme col  nucleo familiare sottoposto a programma di protezione-

 Tutto ciò mi sembrava sinora inverosimile, ma proprio oggi ho appurato con le mie orecchie quanto sinora esposto-

Ho dovuto farlo presente sia all’autorità giudiziaria che agli organi addetti alla sicurezza e al monitoraggio del sistema “antimafia” perché , ritengo, assolutamente inconciliabile il sistema sicurezza e protezione con quello del risparmio forzoso dettato da ragioni economiche e basta.

Poi ci si meraviglia come si riesca a scovare il pentito di turno ,raggiungendolo nella sua dimora privata, quasi come fosse un commesso viaggiatore, che , finita la sua vendita di “prodotti delatori”, per i quali è costretto a viaggiare per dispensarne questa o quella zona di” Mercato giudiziario “, si rintana nella sua residenza dove ricarica le batterie per poi  predisporre altre risorse al fine di continuare il suo  turismo giudiziario nelle  successive trasferte di lavoro.

Nel mio piccolo credo di avere il dovere di esprimere la mia umile opinione, in quanto non serve poi esternare  cordoglio e  disapprovazione rispetto  a tragedie ormai avvenute e che stanno diventando un po’ troppo frequenti , se prima non ci si meraviglia, per non dire altro, per ciò che in effetti costituisce l’antecedente logico e programmatico di fatti e situazioni  che forse, adottando protocolli leggermente diversi, potrebbero essere evitati.-

Ma poi si sa, tutto è rimesso al caso, o a possibili agganci o interferenze da affibbiarsi al collaboratore di turno-

Come a dire “protetto e scovato”, per non dire….  e mazziato.

*difensore del collaboratore Girolamo Arena

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