Rapporto spiagge Legambiente. La Calabria è seconda solo alla Sicilia per zone inquinate

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Spiagge interdette
  07 agosto 2020 18:38

di PAOLO CRISTOFARO

E' stato pubblicato da alcuni giorni, a firma di Legambiente, il rapporto 2020 sulle spiagge italiane. Una panoramica scientifica e limpida sulla situazione delle zone costiere italiane, da nord a sud, passando per le isole. Relativamente alla Calabria, però, emerge un dato preoccupante. La regione, infatti, secondo Legambiente, è seconda solo alla Sicilia per numero di aree inquinate e quindi interdette alla balneazione, con 26,9 chilometri di costa interdetti, 15.75 chilometri abbandonati e un 6.9% di costa sabbiosa non fruibile

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La Sicilia ha 31,5 chilometri interdetti, circa 49 abbandonati e il 18,9 % di spiaggia sabbiosa non fruibile. Ci segue la Campania, con circa 15 chilometri interdetti, quasi 7 abbandonati e il 15% di spiaggia sabbiosa non fruibile. Secondo Legambiente "si tratta di spiagge in alcuni casi con lidi a pagamento, ma inquinate perché i livelli di Escherichia Coli ed Enterococchi superano i limiti di legge. Il che fa pensare, chiaramente, anche all'impatto di fogne, canali di scolo e possibili malfunzionamenti degli impianti di depurazione.

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Altro punto importante, soprattutto per la Calabria, toccato dal report di Legambiente, quello relativo alle concessioni balneari. "I dati sono chiari, aumentano ovunque in Italia le concessioni balneari, al punto che in alcune località è diventato difficile persino trovare uno spazio dove poter andare in spiaggia a fare il bagno o a prendere il sole gratis", è scritto. In Calabria si contato in totale 4.387 concessioni demaniali, 1488 per stabilimenti balneari, 82 per campeggi, circoli sportivi o complessi turistici, con il 28% di costa sabbiosa occupata da stabilimenti. Secondo i regolamenti regionali, è previsto il 30% di spiagge da lasciare libere.

Da tenere a mente, stando a quanto riferito da Legambiente, anche l'annoso problema dell'erosione costiera, sempre in aumento, che rischia di provocare danni anche ingenti alle località marinare, ma soprattutto di modificare le spiagge e il paesaggio circostante nel breve termine.

 

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