Referendum, la riflessione di Bevacqua: "Eliminazione del quorum, un potente incentivo alla partecipazione elettorale"

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Antonio Bevacqua
  10 giugno 2025 13:51

di ANTONIO BEVACQUA*

"Un terzo degli aventi diritto al voto si è recato alle urne per partecipare ai cinque referendum abrogativi. Di questo terzo una larga maggioranza ha votato SI, per l’abrogazione delle norme sottoposte a consultazione. Il 70 per cento degli elettori non si è recato a votare facendo in modo che il quorum stabilito dall’art. 75 della Costituzione non fosse raggiunto, rendendo invalidi i referendum stessi.

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La mancata partecipazione al voto viene qualificata da più parti come “astensione”, sebbene, a rigore, il metodo più ortodosso per astenersi in ordine ai quesiti proposti da un referendum sia quello di votare “scheda bianca”, cioè nè Si, né NO. Non recarsi alle urne costituisce invece una forma ambigua di astensione perché ad essa possono essere attribuiti significati politici di parte spesso privi di prove e pericolosa perché può determinare il fallimento della consultazione stessa senza consentire ai voti espressi da milioni di elettori di avere un valore.

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Venendo ai risultati raggiunti dai referendum dell’8 e 9 giugno non vedo come, da parte degli osservatori e dei proponenti stessi, si stia reciti un atto di dolore politico che, a mio avviso, non ha regione di essere. Proviamo ad immaginare cosa sarebbe stato se, in assenza di quorum, si fosse recata a votare la solita percentuale degli aventi diritto, quella delle ultime elezioni politiche, per dire: il 64 per cento. Mantenendo ferma quella percentuale di votanti, nel tempo purtroppo sempre costante, anzi piuttosto in calo, mancherebbe alle urne referendarie un 33 per cento degli aventi diritto, avendo votato il 31 per cento. La domanda è: quanti di questi hanno seguito l’indicazione dei partiti di maggioranza di “andare al mare” per evitare il raggiungimento del quorum? Diciamo tutti, anche per dare maggiore autorevolezza all’invito. E se costoro avessero votato tutti nella stessa maniera, a che percentuale sarebbe balzato il NO? E’ solo volendo anche attribuire a tutti costoro un voto contrario all’abrogazione che la vittoria sarebbe stata per il NO, ma con una percentuale piuttosto risicata. Dunque non vedo di cosa piangano, sul piano politico, certo non su quello del risultato, i partiti della sinistra.

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Ipotesi statistiche a parte, tuttavia, proprio per le cose dette, ritengo sia necessario, se si vuole mantenere vivo ed efficace lo strumento democratico del referendum abrogativo, provvedere ad abolire proprio il quorum costituzionale che lo inchioda, per ritenerlo valido, alla partecipazione del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. Un quorum, a ben vedere, anacronistico: ricordo che fu introdotto nella Costituzione a difesa delle norme approvate da un Parlamento da che da poco aveva conosciuto la democrazia ed oggetto di discussione sia nella sua misura sia nella sua stessa permanenza, per portarlo in linea con gli altri Paesi Europei.

L’eliminazione del quorum, magari mettendo contemporaneamente mano al numero di firme necessarie per proporlo, costituirebbe un potente incentivo alla partecipazione elettorale, restituendo dignità al voto espresso da milioni di cittadini ed evitando lo spreco di soldi pubblici perché è ormai invalsa la pratica di chi essendo contrario ai temi sottoposti a referendum invita la cittadinanza a non votare, così da farlo fallire".

*già Sindaco di Catanzaro

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