Referendum sul numero dei parlamentari: il no di Vallone (Anpi) “al taglio della democrazia”

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Mario Vallone
  03 agosto 2020 10:38

di MARIO VALLONE*

Succede anche questo nel nostro paese: si può spacciare l’immotivato taglio dei parlamentari come una riforma che farà risparmiare tanti soldi, sottacendo l’unica verità che è quella di assestare un duro colpo alla democrazia rappresentativa. Da subito come ANPI ci siamo opposti e continueremo a farlo sino al giorno del voto. Già, perché anche questo succede da noi, si voterà tra meno di due mesi e su questo referendum le cittadine e i cittadini italiani vengono tenuti all’oscuro. Aver voluto scientemente accorpare il voto con le elezioni amministrative, di per se dimostra come i sostenitori della riforma vogliono che se ne parli il meno possibile.

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Una serie di ragioni addotte a sostegno di questa decisione non sono altro che palesi bugie, facilmente confutabili, buone soltanto ad aumentare il disprezzo verso il parlamento e sollecitare l’antipolitica. Ripetiamo, si tratta di slogan fuorvianti finalizzati a carpire la buona fede delle persone, che giustamente chiedono risparmi e maggiore attenzione ai conti pubblici, specialmente ora in tempi di pandemia. Ma si deve parlare con onestà intellettuale, senza scorciatoie demagogiche. Sparare cifre e altri dati con effetti speciali non serve, i numeri sono numeri.

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Allora il risparmio annuale previsto è lo 0,007 della spesa pubblica – meno di un caffè all’anno per abitante. Si tratterebbe di 285 milioni di euro per legislatura, 57 milioni l’anno. Vogliamo per esempio dire quanto si spende in armamenti e spese militari. Vogliamo far sapere la cifra al tanto amato popolo? Nel solo 2020 – 26 miliardi di euro. E che dire del programma di acquisto degli aerei F135, 90 velivoli al costo - questo si impressionante - di 14 miliardi di euro. Quando si parla di risparmi non si devono prendere in giro gli elettori. Così come non si devono prendere in giro dicendo che l’Italia avrebbe il più alto numero di parlamentari d’Europa. Infatti dall’attuale rapporto con gli altri paesi siamo più bassi della media, con la possibilità di passare in caso di conferma al referendum all’ultimo posto, eleggendo un deputato ogni 150.000 abitanti rispetto ad oggi con 96.000, tutto a scapito dei territori e di una reale rappresentanza parlamentare. Ma sono ancora tante le cose da dire su questo referendum. Tutta l’Associazione è impegnata – pur nei limiti imposti dal coronavirus – a far conoscere la posta in gioco su cui si dovrà votare il 20 e 21 settembre. Lo abbiamo scritto nei nostri comunicati nazionali e qui vogliamo riproporre qualche stralcio: Questa riduzione del numero di parlamentari è scritta male, senza alcuna seria motivazione e senza alcuna considerazione sulle conseguenze istituzionali. Non sembra progettata per migliorare il lavoro del Parlamento, ma per ridurne ancora le funzioni trasformandolo in uno strumento marginale della democrazia.

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Tanto minore è il potere del Parlamento, tanto maggiore è il potere del governo, cioè dell’esecutivo. Ma oggi all’Italia serve proprio il contrario: una democrazia forte è una democrazia che rappresenta fortemente i cittadini attraverso organismi autorevoli e riconosciuti a cui i cittadini rivolgono la loro fiducia.

E’ invece sulla sfiducia e sul qualunquismo che punta questa riforma: i continui attacchi al Parlamento – la “casta”, le “poltrone” – rivelano un’avversione verso la democrazia rappresentativa molto pericolosa perché può portare al successo dell’idea dell’uomo forte, idea che ha già portato una volta il Paese nel baratro. Addio diritti! Addio democrazia! Non sprechiamo le conquiste di libertà e democrazia donateci dalla Resistenza!

                                                       *Presidente provinciale ANPI Catanzaro

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