Reggio, al Parco Caserta una favola per presentare ai bambini i Bronzi di Riace

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images Reggio, al Parco Caserta una favola per presentare ai bambini i Bronzi di Riace

  15 luglio 2022 16:32

 
Lo scorso 13 luglio al “Parco Caserta” di Reggio Calabria 180 ragazzini di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni, dopo aver svolto le previste attività sportive, si sono schierati nella pista di pattinaggio ed hanno ascoltato una favola sui Bronzi di Riace scritta dallo studioso Riccardo Partinico che sin dal 2005 è impegnato  a divulgare i suoi studi sulle due statue del V sec a.C..
 
La favola racconta di un grillo Karateka di nome Godan che, addormentandosi nel salone dove erano custodite le due statue, durante la notte si sveglia di soprassalto e sente dialogare i due guerrieri scoprendo la loro identità, le cariche militari e politiche ricoperte e le loro gesta eroiche.
 
Dopo la recitazione della favola, i ragazzi si sono impegnati a mimare le posture ed i possibili movimenti che i due guerrieri potevano effettuare osservando due atleti/modelli. Il giorno dopo hanno disegnato e colorato i due guerrieri, hanno letto personalmente la favola ed hanno espresso un “pensierino” trascrivendolo su un riquadro e leggendolo pubblicamente.
 
Il prof. Partinico si è detto molto soddisfatto per l’interesse e l’attenzione che i ragazzi hanno dimostrato durante il suo intervento ed ha dichiarato: “sono felice di aver presentato i miei studi sui Bronzi di Riace anche ai ragazzi e di essere riuscito ad impegnarli nell’attenzione, nella lettura, nel disegno e nella riflessione.”.
 
 
FAVOLA
IL SEGRETO DEI GUERRIERI
 
"C’era una volta un grillo di nome Godan che comprendeva il linguaggio degli uomini e conosceva molto bene l’arte del Karate.
Un giorno Godan voleva conoscere la storia di due misteriosi guerrieri che erano rimasti pietrificati dallo sguardo di una strega che al posto dei capelli aveva mille serpenti.
Godan, prima di allenarsi nel karate, andava  in un grande salone bianco ad osservare i due guerrieri per capire chi fossero, quale era il loro nome e perché erano venuti nella nostra città.
Godan ammirava i  muscoli dei due guerrieri, immaginava la forza che potevano sprigionare e le tecniche di combattimento che potevano effettuare. Li scrutava nei volti e negli occhi per capire la loro storia.
Un pomeriggio d’estate tanti curiosi erano andati a vedere i due guerrieri per capire chi fossero e Godan, stanco dal vociare di tante persone, si addormentò nel grande salone bianco e siccome era un grillo, quando il custode chiuse le porte non si accorse della sua presenza.
Era notte fonda ed una stella cadente illuminò il cielo, la città ed il grande salone bianco.
I due guerrieri, che per millenni erano rimasti pietrificati, in quel momento sembrarono vivi.
Godan si svegliò impaurito, era tornato il buio e mentre il suo cuore batteva forte forte ed il suo respiro era affannato, sentì i due guerrieri bisbigliare qualcosa.
 
Era il più giovane in quel momento a parlare:
Pericle ti ringrazio ancora per avermi onorato nella città di Atene dopo che sono riuscito a sconfiggere l’esercito persiano nella città di Salamina.
 
L’altro rispose:
Temistocle, gli eroi che hanno difeso la Grecia non devono essere mai dimenticati. Anch’io ho governato Atene per trent’anni portandola al massimo splendore ecco perché i nostri nomi saranno ricordati per l’eternità. Noi di Atene facciamo così.
 
 
Godan pensava di sognare,
aveva sentito i due guerrieri parlare, aveva conosciuto i loro nomi ed aveva capito dove erano nati, chi erano stati e quello che avevano fatto.
All’improvviso la porta del grande salone bianco si aprì e tanti bambini  accompagnati dalle maestre entrarono ad osservare i due guerrieri.
“Maestra, Maestra, come si chiamano questi bellissimi guerrieri” gridò una bambina, ma nessuno seppe rispondere.
 
Godan era felice, era l’unico che conosceva il nome dei due guerrieri.
Erano Pericle e Temistocle, generali dell’esercito ateniese,
figli dell’antica civiltà greca, padri della democrazia ateniese che si sviluppò in tutto il mondo facendo diventare grandi gli uomini".

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