Il sostituto procuratore generale di Reggio Calabria Francesco Tedesco ha chiesto la conferma a diciotto anni di reclusione a carico dell’ex carabiniere Ciro Russo che, nel marzo del 2019, tentò di uccidere l’ex moglie Antonietta Rositani. Russo si era allontanato dagli arresti domiciliari ad Ercolano per tornare a Reggio Calabria e mettere in atto il suo piano contro la moglie da cui si era separato, e con la quale aveva avuto una convivenza burrascosa. Antonietta Rositani, come ogni mattina, si era recata ad accompagnare il figlio a scuola, nella periferia sud della città, dov’era però ad attenderla l’ex marito. Il bambino fece in tempo ad allontanarsi verso l’ingresso dell’istituto scolastico, allorché Ciro Russo si mosse a tutta velocità con la propria auto contro quella della Rositani, speronandola.
Sceso dall’auto con una tanica di benzina in mano, Russo svuotò il contenitore dentro il mezzo della vittima, appiccando il fuoco e poi dandosi alla fuga. Antonietta Rositani, avvolta dalle fiamme, riuscì a venire fuori dalla vettura, gettandosi dentro una pozza d’acqua piovana nel tentativo di spegnere il fuoco. La donna, assistita nel processo dall’avvocato Sandro Elia, riportò numerosissime ustioni e a stento riuscì a scampare alla morte. L’imputato è difeso dall’avvocato Antonino Catalano. L’udienza riprenderà il prossimo 20 aprile con la discussione della difesa e per la lettura del dispositivo. Il Collegio d’appello è presieduto da Lucia Lomonaco, relatore Antonino Laganà, a latere, Concettina Garreffa.
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